In via Padova il fattore tempo, e i tassi demografici, giocano a favore degli immigrati. Crescenzago, Gorla, Turro, Precotto. Sono questi i quartieri della «zona polveriera», la zona 2, quella che gli studiosi della Cattolica hanno battuto in lungo e in largo per dare al ministro degli Interni, Roberto Maroni, la materia prima per poter intervenire, il «conoscere per governare».
Qui, e soprattutto in quello spicchio di città compreso fra le vie Padova e Monza, il tempo gioca a favore degli immigrati - e non degli italiani - perché la popolazione della zona 2 ha raggiunto i 140mila abitanti, di cui 27mila stranieri. Circa il 20 per cento - era il 19 per cento l’anno prima. Ma se ci si limita agli under 19, gli stranieri sono già 6mila su un totale di 21mila e 500. Che succede? Semplice: gli immigrati - in media - fanno più figli degli italiani, e dunque sono destinati a sovrastarli nel giro di pochi anni. Anche grazie al meccanismo dei ricongiungimenti familiari. Altrettanto alta risulta, d’altra parte, la percentuale di stranieri, nella fascia d’età compresa fra i 20 e i 39 anni (sono il 28 per cento del totale).
La proiezione dell’anagrafe comunale sulla popolazione residente stima addirittura che nel 2015 la popolazione straniera in Zona 2 è destinata a «quintuplicarsi nelle fasce più giovani e a crescere ancor di più in quella adulta». Oggi le etnie più diffuse sono quella asiatica con 11mila individui (metà dei quali filippini) e latino-americani sono 5.837. Gli africani pochi meno - 5.638 - e in gran parte egiziani. Sono queste le fazioni entrate in conflitto la sera del 13 febbraio, quando un battibecco scoppiato su un autobus causò prima un accoltellamento, poi una vera e propria sommossa per le strade, con auto incendiate e negozi distrutti.
L’invasione nel tessuto sociale non si è ancora del tutto consumata. Il commercio della zona, per esempio, è ancora in parte in mano agli italiani. Lo studio della Cattolica riporta i dati di una ricerca condotta in via Padova dal comitato Vivere Zona 2, che è andata a bussare in tutte le 438 attività commerciali della strada. L’attività prevalente è l’abbigliamento, i negozi gestiti da italiani sono 26 su 46. Tra i parrucchieri hanno origine italiana 22 attività su 36. Il fenomeno più inquietante, per i residenti, è la progressiva inarrestabile espansione delle attività gestite da cinesi, a cui fa riscontro - per esempio - il crollo nella presenza dei phone center. Erano 35, oggi sono appena undici.
Fra gli stranieri, i cinesi sono già sbarcati in forze in via Padova: hanno 54 negozi, contro i 20 degli africani e i 12 dei sudamericani. Spadroneggiano ovviamente nella ristorazione, mentre le enclave di asiatici e latinos sono rispettivamente l’abbigliamento-tecnologia e i phone center. In tutto, sono 101 le attività gestite da stranieri, e i cinesi sono la metà.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.