
di Ennio Flaiano
Ieri a Montecitorio si è svolta una seduta stanca. La Costituente ha la ripresa difficile, non più di cinquanta deputati tra i banchi e altrettanti al buffet e nei corridoi. Cosicché dei molti oratori iscritti a parlare sull'importante argomento della seconda Camera e dei poteri del Presidente della Repubblica, ventisei non hanno risposto alla chiamata. Molti di costoro erano nei comizi a ricordare al popolo l'importanza del Parlamento nella vita della nazione.
16 aprile 1947
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Molti sostengono che 556 deputati sono troppi. Noi invece proponiamo che questo numero venga raddoppiato. Così non potrà accadere in avvenire quel che è successo ieri mattina a Montecitorio: che la seduta è stata rinviata per mancanza di onorevoli.
17 settembre 1947
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Tra i problemi che periodicamente gli intellettuali italiani si trovano a dover risolvere, il più grave è quello dell'adesione. Non passa davvero ventennio senza che siano chiamati a firmare un programma che non li riguarda. Fosse almeno la loro adesione desiderata per un reale e onesto rinnovamento degli spiriti, per il progresso morale e sociale della nazione ansiosa dei lumi della cultura! Si tratta invece di un'adesione sempre pubblicitaria: polvere agli occhi per quanti sono tratti a ritenere la firma dell'intelligenza un avallo responsabile. Sappiamo bene che, una volta affermato il programma, gli intellettuali vengono sempre pregati di tacere o di parlare a comando. A Mussolini stava più a cuore l'opinione di un ciclista che quella di un professore. Quanto ai seguaci di Lenin, essi bollano la cultura con un aggettivo nefando: borghese. Ma voi andate a dire queste cose ai vecchi e ai nuovi aderenti. I vecchi vi risponderanno che subirono il fascismo e che concessero la loro adesione in buona fede. I nuovi non vi risponderanno nemmeno: sono troppo occupati a farsi notare. Oppure nel migliore dei casi, vi diranno di essere ansiosi per le sorti della cultura, oggi trascurata. Che sono ansiosissimi di molte astrazioni: la dignità umana, la libertà, la democrazia, e che non vedono via onorevole oltre quella dell'adesione, del gruppo, della firma. Tra qualche anno vi parleranno della loro buona fede. Si può concludere affermando che molti intellettuali italiani mancano di intelligenza, di sincerità, di coraggio, ma non di colla.
18 febbraio 1948
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Tutta la Cecoslovacchia è in festa - scrive a grandi caratteri il Paese, organo del mattino. Per celebrare questa festa, in Cecoslovacchia hanno soppresso tutti i giornali meno quelli comunisti, hanno chiuso le frontiere, stanno arrestando i membri dell'opposizione. La purga continua. Francamente è un paese dove ci si diverte troppo.
28 febbraio 1948
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Giuseppe Ungaretti, che è considerato uno dei nostri migliori poeti, ha inviato una lettera al Quotidiano per render noto che, come nelle precedenti elezioni, voterà per la Democrazia Cristiana. Ungaretti dà anche le ragioni di questa sua decisione: Intendo semplicemente manifestare quella speranza che l'invocato nome di Cristo suggerisce: cioè da buon poeta, Ungaretti ha creduto opportuno accampare la ragione più poetica. Il gesto di Ungaretti ci conferma nella nostra opinione che la maggior parte degli intellettuali, sia che firmino il manifesto dei comunisti o che esprimano dolci speranze, non vedono con abbastanza chiarezza la situazione politica italiana e si ostinano a schierarsi in due blocchi, incapaci di sentire che la vera missione dell'intellettuale - cioè dell'uomo che pensa con la sua testa - è quella di limitare la forza degli estremi, i quali com'è noto, si toccano.
7 marzo 1948
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Da quanto andiamo leggendo sui giornali di sinistra, sembra ormai accertato che la parola d'ordine del Fronte popolare è: Bontà. Tutti debbono mostrarsi buoni e comprensivi, tolleranti nei riguardi altrui, animati da sincero amore per la pace. Il tono forte è stato messo da parte, è la volta del tono dolce. Gli avversari non sono più traditori. Longo non insiste più per le sue camicie rosse: tanto che ne farebbe? Anche Longo ama la pace, la desidera e non farebbe male ad una mosca. Anche gli americani sono buoni. Gli inglesi? Anche loro. Nessuno è cattivo. Il Fronte sa comprendere e perdonare. Cosicché, le Assise della Pace stampano manifesti azzurrini con colomba e ramo di ulivo: mancano soltanto i bacioni cari.
14 marzo 1948
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Scrive Massimo Bontempelli sull'Unità che l'atto di iscrizione di un partito ha in sé qualche cosa di religioso. La prima volta che il Bontempelli sentì tale prepotente vocazione religiosa s'iscrisse al partito fascista; la seconda, al partito comunista. Non possiamo impedirci di pensare che un'ulteriore vocazione, complicata dalla sconfitta del Fronte, possa condurre il Bontempelli all'iscrizione nel partito democristiano. Ciò proverebbe una volta di più - se ce ne fosse bisogno - che le vie del Signore sono infinite.
1 aprile 1948
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Ieri la Repubblica minimizzava la rivista delle Forze armate e all'uopo pubblicava anche la fotografia di una canna di mitragliatrice caduta ad un motociclista durante la parata. La canna, afferma la Repubblica, è di legno, ed è stata recapitata in redazione da un passante scrupoloso. Questo è nulla. Nella nostra redazione è stato recapitato un carro armato di legno, smarrito sempre durante la stessa parata. Non solo, ma ieri gli spazzini hanno trovato nella via dei Fori Imperiali centinaia di agenti di polizia, tutti in ottimo compensato, smarriti da una distratta formazione dei nuclei celeri. E questo succede in un paese dove manca il legno!
6 aprile 1948
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