L'autore della cover della rubrica del Giornale.it, "One week one minute"

Enrico Pirola suona la batteria e il pianoforte, vive di musica e sogna di fare della sua passione un lavoro. Per ilGiornale.it ha scritto Briciole

Enrico Pirola alla batteria
Enrico Pirola alla batteria

Quando parla di musica gli brillano gli occhi, si emoziona. Quando suona si estranea dalla realtà. Impugna le bacchette della batteria e diventa tuttuno con loro, come se il suono gli provenisse dal cuore con una forza che emerge con irruenza. Il viso si contrae, il seggiolino scotta, è energia pura. Chiude gli occhi e lascia che le note parlino per lui. Si chiama Enrico Pirola, ma per gli amici è semplicemente Chicco. Ha 23 anni e vive a Sovico, un paesino della Brianza. Fa musica da sempre, ha imparato prima il linguaggio delle note che quello delle parole. Il suo più grande amore è la batteria, la suona da quando aveva quattro anni. Ora insegna agli altri a far vibrare piatti e tamburi.
Ha paura del futuro, delle difficoltà che comporta la scelta di "vivere di musica", ma il suo amore è più grande dei dubbi e delle domande senza risposte. Enrico vuole fare il musicista a tutti i costi. I suoi brani sono piaciuti al Giornale.it, che lo ha scelto per realizzare la cover ("Briciole") della nuova rubrica fotografica "One week one minute".

Com'è nato questo suo amore per la musica?

"Suono dall'età di 4 anni, quando mio padre mi regalò le prime bacchette della batteria. A otto ho iniziato a studiare seriamente pianoforte, chitarra e batteria. Credo che questo amore sia venuto alla luce con me. Mia madre dice sempre che già nella sua pancia suonavo perché sentiva tamburellare, ovviamente a tempo".

Quando ha capito che voleva trasformare la sua passione in un lavoro?

"Quattro anni fa ho deciso di andare a studiare a Milano, al Music Art and Show. Lì mi sono diplomato e ho preso consapevolezza che volevo davvero fare il mestiere del musicista. Almeno ci sto provando".

Cosa significa oggi essere un giovane che vive di musica? Quali sono le difficoltà maggiori, quali le paure per il futuro?

"Il primo vero ostacolo, se così lo possiamo definire, è la preparazione. Oggi c'è molta, moltissima competizione artistica ed è necessario avere una preparazione eccellente. Il secondo ostacolo ha a che fare con le difficoltà economiche; è arduo vivere solo e solamente di musica. Bisogna non solo impegnarsi al massimo ma anche essere molto elastici, prendere quella che arriva, essere eclettici".

Cosa vuol fare da grande? Qual è il suo sogno?

"Questa è una bella domanda. Innanzitutto desidero suonare il più possibile, amo molto anche insegnare musica ai ragazzi. In realtà non sogno il successo, non auspico a riempire gli stadi o a scalare le classifiche. La bellezza della musica vive anche suonando in un locale sconosciuto davanti a cinque persone. Non ho paura di non essere osannato dalla gente, per me la musica è una questione di linguaggio, che ci siano miglialia di persone o anche solo un paio, la cosa che mi fa stare bene è sapere di aver comunicato qualcosa, di aver lasciato in loro un sentimento, un'emozione".

Canta, suona e compone. Quando sente il desiderio di comporre? Ha bisogno di una particolare situazione emozionale?

"Si, ci sono periodi dell'anno in cui anche se mi siedo davanti a uno strumento non esce nulla e altri in cui sento il bisogno di creare. Non ho mesi o momenti definiti ed è qui che sta il bello. Creo quando meno me lo aspetto, quando ho un'emozione che sta esplodendo e sento che deve essere espressa".

Cosa ne fa dei suoi brani?

"A dire il vero nulla, a parte farli ascoltare a qualche amico. Rimangono nel mio archivio personale, come fossero le pagine di un diario che racconta la mia vita. Ci tengo a precisare che io non mi sono mai sentito un compositore. Scrivo musica per me stesso e la suono anche per gli altri".

Come si definisce allora?

"Ogni volta che qualcuno mi chiede cosa faccio nella vita, rispondo sempre che io ho studiato musica e adesso ci provo. Quindi non saprei ancora definirmi, forse non mi piacciono nemmeno le definizioni. Anzi mi stanno un po' strette. Sto facendo di tutto per diventare il musicista che desidero essere, ecco...".

Come è nata "Briciole", il brano cover della nostra rubrica "One week one minute"?

"Quando mi è stato chiesto di comporre un brano per ilGiornale.it, ho iniziato a navigare per i vari siti internet, mi soffermavo sulle fotografie senza leggere né il titolo né l'articolo, lasciavo che fossero le immagini a parlare".

Quali sono state le sue esperienze finora?

"Ho suonato moltissimo soprattutto nelle varie scuole che ho frequentato e ho fatto varie esperienze musicali, come il fatto di suonare con una band. Inoltre oggi insegno batteria. Questa è una delle cose più gratificanti che faccio, mi dà molta soddisfazione".

Progetti futuri e sogni nel

cassetto?

"Voglio continuare a insegnare musica e a suonare nei locali. Un mese fa ho fatto un esame di ammissione al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e sto attendendo il responso. Per ora incrocio le dita".

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