Twitter, torna la spunta blu (a pagamento): cosa cambia con il nuovo abbonamento

Disponibile a pagamento dal 12 dicembre, la spunta blu su Twitter costa di più per gli utenti iOS. Per il momento l'Italia è esclusa

Twitter, torna la spunta blu (a pagamento): cosa cambia con il nuovo abbonamento

Dopo l’annuncio avvenuto all’inizio di novembre, dal 12 dicembre si può acquistare la spunta blu su Twitter, per il momento soltanto negli Usa, in Canada, in Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito.

Dopo il debutto durato pochi giorni a causa delle tante polemiche sollevate, Twitter cerca di ristabilire lo status quo, ma senza esimersi dal creare un caso. Per Elon Musk, che ha comprato Twitter pagandolo 44 miliardi di dollari, l’imperativo assoluto è monetizzare e ne approfitta per osteggiare le politiche dell’Apple Store, facendo pagare 11 dollari al mese, al posto di 8, a chi ha un dispositivo con la Mela.

La spunta blu di Twitter

Chi è disposto a mettere mano al portafoglio ogni mese otterrà l’aggiunta di un segno di spunta blu accanto al proprio profilo che sarà verificato mediante il numero di telefono dell’utente e un procedimento di approfondimento aggiuntivo sul quale Twitter fino a oggi non è stata molto chiara.

Lo scorso novembre, dopo avere introdotto brevemente la spunta blu a pagamento, non è stato attivato alcun procedimento di verifica, tant’è che molti utenti ne hanno approfittato per vestire panni altrui, financo a spingersi a scimmiottare lo stesso Musk, creando falsi profili che la spunta blu a pagamento ammantava di una certa (e traballante) ufficialità.

Chi sottoscrive un abbonamento a Twitter Blue potrà modificare i tweet e avere accesso ad altre future funzionalità, come la possibilità di pubblicare video più lunghi e di definizione migliore. I tweet degli abbonati avranno maggiore visibilità nelle ricerche effettuate su Twitter e, non da ultimo, i sottoscrittori vedranno meno pubblicità rispetto agli utenti non paganti.

È ancora in sospeso la modifica della lunghezza dei tweet, annunciata in pompa magna durante la scorsa estate e poi rimasta nel limbo in attesa del passaggio di proprietà della piattaforma di microblogging. Non si sa quando (e se) entrerà in produzione né se sarà a uso esclusivo degli utenti paganti.

Le spunte di altri colori

Oltre alla spunta blu sono disponibili anche quella grigia e oro, destinate rispettivamente agli account governativi e alle aziende. Quella grigia dovrebbe debuttare a giorni, mentre quella dorata si trova in una non meglio dettagliata “fase di lancio”.

Tra ipotetici tweet fino a 4.000 caratteri e spunte multicolore, Twitter pare destinata a diventare qualcosa di molto diverso da ciò che era alla sua origine e che ha contribuito a farne uno strumento attendibile anche (e soprattutto) per le notizie di prima mano, rese pubbliche da chi stava vivendo in prima persona gli eventi.

Otto dollari, ma non per tutti

Come detto, Twitter Blue costa 8 dollari al mese se si acquista sul sito web, chi invece sottoscrive l’abbonamento dall’app per dispositivi Apple paga 11 dollari. Qui la logica si ferma: Musk ha criticato le politiche di pricing dello store digitale di Apple, che trattiene per sé una percentuale degli introiti realizzati dagli sviluppatori di applicazioni. Uno scontro tra titani, da una parte Musk che accusa il Ceo di Apple, Tim Cook, di essere troppo votato agli utili.

Al di là della diatriba, non si spiega perché, chi sottoscrive Twitter Blue dallo store di Google, paga comunque otto dollari, ben sapendo che Big G applica grosso modo le medesime politiche di prezzo di Apple.

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