Un folle che minaccia di sparare sui passeggeri in metropolitana, il borseggiatore che lo calma, lo fa scendere e poi si defila.
Metro rossa, ieri mattina. Il ragazzo con il cappellino giallo sale a Loreto e tira fuori la pistola. È un peruviano, ha 19 anni e alle 11 è già ubriaco. Dirà più tardi ai carabinieri che «ho litigato con mia madre, sono uscito di casa per ammazzarmi». Intanto però è gli altri che minaccia.
Sbraita, insulta, agita larma e la punta prima alla propria tempia, poi dritta in faccia a una signora. I passeggeri scappano, lui si calma soltanto quando un distinto signore algerino, elegante quanto pacato, lo avvicina, lo prende a braccetto e lo fa sedere. Si è accorto che la pistola è finta, domanda al giovane dove debba andare. «A San Babila» risponde quello. «Allora scendi a Lima con me e ci vai a piedi». A Lima il treno resta fermo per un po. I passeggeri scappano, e quando quelluomo armato se lo ritrovano anche su, ai tornelli, è panico generale. Un uomo urla a chi sta entrando di fermarsi, una ragazza con lipod non sente e viene rincorsa.
Arriva la Polmetro, poi le volanti della polizia, infine i carabinieri. Raccolgono la testimonianza di M. R., un anziano signore che, è stato lunico, si è fermato a raccontare di quel giovane «fuori di testa che sembrava volesse ammazzarci tutti». Saranno i carabinieri a fermare il peruviano in corso Buenos Aires, allaltezza di via Broggi, e ad accusarlo di violenza privata aggravata.
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