Milano - Un’interminabile notte di festa, scandita fino all'alba da fuochi d'artificio, balli di piazza, cerimonie e discorsi ufficiali. Un Capodanno indimenticabile, giorno ideale per cominciare l’esaltante avventura in seno all'Unione Europea. È l'inizio di una nuova era per Bulgaria e Romania che con il primo giorno del 2007 sono, a tutti gli effetti, Paesi membri Ue. Un primo gennaio 2007 di festa anche per l’euro che, nel giorno del suo quinto compleanno, circolerà da oggi anche in Slovenia. Tredicesimo Paese della Ue che ha scelto l’adozione della moneta unica relegando in soffitta, in questo caso, il tallero.
Piazza Alexander Batemberg, nel cuore di Sofia, era gremita di gente l’altra notte. Allo scoccare della mezzanotte centinaia di palloncini con la scritta Benvenuta Europa si sono levati sulle teste di oltre trentamila persone. Presente anche il premier Serghei Stanishev, la folla ha potuto ammirare il megashow di luci e illusioni, ideato dal noto coreografo Gert Hof. E tra canti e balli (il governo ha stanziato l’equivalente di 1,7 milioni di euro per i festeggiamenti) è stato trasmesso anche un video messaggio del presidente della Commissione europea, Barroso. «Dobr doshlì v Evropeiskia Sayuz! - benvenuti nell'Unione europea, ha detto Barroso in perfetto bulgaro -. Congratulazioni, avete portato a termine un impressionante processo di riforme. I vostri sforzi hanno dimostrato un desiderio forte di democrazia e libertà». «Oggi si avvera un sogno, un sogno di generazioni di bulgari che hanno sempre voluto vivere assieme ai popoli europei liberi in pace e prosperità», ha detto a sua volta il primo ministro bulgaro Sergei Stanishev. Ieri pomeriggio, con una cerimonia solenne al Monumento del milite ignoto a Sofia, sono state issate contemporaneamente le bandiere della Bulgaria e dell'Ue.
A festeggiare invece con i romeni l'Eurocapodanno c'erano a Bucarest il presidente del Parlamento Europeo Josep Borrell, che ha fatto la spola tra le due capitali «promosse», il commissario all'allargamento Olli Rehn, i ministri degli Esteri di Austria, Danimarca, Ungheria, Bulgaria. Anche a Bucarest la cerimonia più toccante è stata l'alzabandiera dell'Ue davanti alla sede del governo. Date le scarse simpatie reciproche, il capo dello Stato Traian Basescu e il premier Calin Popescu Tariceanu si sono rivolti ai cittadini romeni da due piazze diverse della capitale. «È stato difficile, ma abbiamo percorso questa strada. Ora ne comincia un'altra, quella della nostra vittoria, della nostra allegria», ha detto il presidente. A sua volta, Tariceanu ha espresso fiducia: «Siamo un popolo forte, un Paese forte e faremo parte di una famiglia forte e unita, che è l'Ue».
L'ingresso di Romania e Bulgaria porta l'Unione europea a 27 membri. I nuovi confini Ue vanno ora dall'Atlantico e dal Baltico a Occidente e a Nord al Mar Nero a Sud-Est. Un crogiuolo di usi e costumi. E di lingue. Cui si aggiunge da oggi il cirillico della Bulgaria. La Romania, il più esteso dei due Paesi, e la Bulgaria fanno aumentare la popolazione Ue di 30 milioni portandola a 490 milioni, mentre faranno crescere solo dell'1 per cento il suo Pil. Nella Ue più di un Paese ha espresso preoccupazioni per le prospettiva di ondate immigratorie, di aumento della criminalità e per il timore che ai loro cittadini possa essere sottratto lavoro. È un dato di fatto che da oggi i cittadini romeni e bulgari avranno libero accesso al mercato del lavoro in Italia. L'apertura immediata per romeni e bulgari vale per i lavoratori qualificati, gli agricoltori, quelli del settore turistico-alberghiero, del lavoro domestico e di assistenza alla persona. Il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha spiegato che i beneficiari saranno in pratica per ora soprattutto colf e badanti mentre per le altre categorie le restrizioni resteranno in vigore per un altro anno. Nel rilevare la presidenza di turno dell'Unione europea, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha lanciato un messaggio agli Stati membri: il successo dell'Unione è nelle mani di tutti. «L'Europa sarà un successo comune soltanto se ognuno, nel proprio Paese, farà i compiti a casa», ha detto la signora Merkel nel discorso di fine anno. Se è vero che per Sofia e Bucarest l'adesione alla Ue segna il «ritorno a casa» in Europa, dopo la lunga parentesi comunista, è altrettanto vero che in Romania la transizione è lungi dall'essere conclusa. Oggi il Paese marcia a due velocità: da un lato corre spedito verso l'Europa, la Nato, l'Occidente e i suoi beni di consumo, internet e il liberismo; dall'altro vive nelle campagne della Bucovina, senza luce né acqua corrente, e si sposta con il carretto trainato dal cavallo.
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