Francia, il ministro delle tasse indagato per evasione

Intercettato al telefono Jérôme Cahuzac, l'uomo del rigore: "Che grana quel conto in Svizzera". E scoppia la bufera

Francia, il ministro delle tasse indagato per evasione

Ci mancava solo questa a turbare i propositi ottimisti di monsieur le président per il nuovo anno. La notizia ha il sapore di una beffa e potrebbe pure essere un pacco-dono rifilato da una moglie imbufalita in piena guerra dei Roses (ma non è Valérie) o semplicemente la vendetta servita a distanza di tempo da qualche nemico, ma lo scandalo esploso ieri in Francia è tanto clamoroso quanto paradossale: la Procura di Parigi ha aperto un'indagine a carico del ministro del Bilancio Jérôme Cahuzac per verificare se abbia davvero detenuto un conto segreto in Svizzera come denunciato dal sito di informazione Mediapart a inizio dicembre. L'ipotesi di reato è «occultamento di frode fiscale».

A pochi giorni dall'appello di unità lanciato al suo governo polifonico, mentre i riflettori sono ancora accesi sul caso Depardieu in fuga dalla supertassa anti-ricchi della gauche, quando la bocciatura del provvedimento da parte della Corte Costituzionale brucia ancora insieme con le accuse di improvvisazione mosse al capo dello Stato e al suo entourage, un'altra tegola piomba sulla testa di François Hollande e rischia di far inabissare nei sondaggi il leader socialista già ai minimi e di offuscare ulteriormente la sua immagine. Perché il ministro Cahuzac - chirurgo estetico e proprietario di una nota clinica parigina specializzata in microtrapianti del capello - è stato finora il «padre del rigore», «il paladino dell'ortodossia di bilancio», il cattivo che con i suoi «no» tiene dritta la barra economica, il tirchio che scoccia i ministri ma convince gli elettori. D'un colpo la sua immagine è nella polvere, almeno per ora, mentre lui promette da settimane e ha ribadito ieri - dopo due querele per diffamazione contro Mediapart e una lettera del sito che chiedeva alla Procura l'apertura dell'inchiesta - che «dimostrerà la completa innocenza rispetto alle assurde accuse di cui è oggetto».

Lo scandalo è degno dei migliori intrecci alla francese. Politica, soldi, donne e lo spettro di molte vendette sullo sfondo. C'è un conto presso la Ubs di Ginevra - denunciano i media - che Cahuzac avrebbe posseduto fino al 2010 (anno della sua nomina a presidente della Commissione Finanze dell'Assemblée) senza mai dichiarare nulla al fisco e poi svuotato per trasferire tutto in una banca di Singapore. C'è un agente del fisco, Rémy Garnier, detto «Colombo» - dal quale è partita l'inchiesta giornalistica anche se lui nega di essere la fonte dello scandalo - che denuncia come il fine ultimo del conto sarebbe stato l'acquisto di un appartamento di 210 metri quadri, valore 6 milioni e mezzo di franchi, pagati in contanti a inizio carriera. «Colombo», oggi in pensione dopo aver lavorato per anni nella circoscrizione di Cahuzac (tra l'altro sindaco di Villeneuve-sur-Lot fino alla nomina a ministro), avrebbe scritto tutto su un rapporto del 2008, forse infuriato per l'intervento politico a favore di un'azienda pizzicata dal fisco. Il suo legale è l'ex sindaco di Villeneuve battuto proprio da Cahuzac nel 2001. C'è una donna, la moglie del ministro Patricia, dermatologa, che è in causa di divorzio e in lotta col marito sull'appartamento, per il quale ha scatenato una serie di detective. C'è la legale di lei, Isabelle Copé, che è sorella di Jean François, il segretario proclamato dell'Ump all'opposizione e al centro di una fortissima contestazione dopo le primarie-flop del centrodestra.

C'è infine «la prova» sulla quale Mediapart basa le «accuse»: una telefonata registrata a insaputa dei protagonisti (secondo Cahuzac proprio dal sindaco sconfitto) in cui - è la fine del 2000 - una voce che Mediapart considera quella del ministro (ma per qualcun altro difficilmente identificabile) chiama un interlocutore sconosciuto per dirgli: «Quello che mi scoccia è che ho ancora un conto aperto all'Ubs, ma non c'è più niente lì, vero? Mi fa cac...

avere un conto lì, l'Ubs non è proprio una delle banche più discrete...Non è escluso che diventi sindaco a marzo, perciò ci tengo proprio a che non ci sia la minima ambiguità». Quanto basta per far sospettare di ogni minima ambiguità.

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