Attacco alla Silicon Valley: il terrorismo ora punta a reti elettriche e telefoniche

Giallo in Usa: il 16 aprile qualcuno assaltò due centraline in California, ma venne tenuto segreto. L'Fbi minimizza, ma cresce la paura: infrastrutture a rischio

Attacco alla Silicon Valley: il terrorismo ora punta a reti elettriche e telefoniche

Cosa succederebbe se un blackout colpisse la Silicon Valley, la zona della California con la maggiore concentrazione di aziende tecnologiche, o in tutti gli Stati uniti? Il 16 aprile scorso abbiamo rischiato di saperlo a nostre spese, se è vero quello che rivela il Wall Street Journal.

Quel giorno, infatti, qualcuno è ha tagliato i cavi telefonici della zona. Poco dopo un commando ha distrutto a colpi di arma da fuoco una centralina elettrica contenente 17 trasformatori: c'è voluto quasi un mese per ripristinare il servizio. Entrambi gli attacchi non hanno ancora un colpevole, al punto che qualcuno parla di un raid terroristico, una sorta di prova di un attentato ben più grande che potrebbe mettere in ginocchio il sistema elettrico americano.

"È stato il più importante atto di terrorismo interno della storia che ha coinvolto la rete elettrica americana", ha detto al quotidiano Jon Wellinghoff, che fino a novembre 2013 guidava la Ferc, l’agenzia federale preposta alla vendita e al controllo dell’energia. Secondo il 64enne la rete elettrica americana non è abbastanza protetta e teme che il prossimo attacco sarà di proporzioni molto più grandi.

Minimizza, invece, l'Fbi, secondo cui il terrorismo non c'entra.

I timori sono alimentati anche dai numeri: secondo l’Electric Power Research Institute che cita i dati del dipartimento di Stato, negli Stati Uniti le organizzazioni terroristiche sono collegate a 2.500 attacchi alla rete elettrica solo tra il 1996 e il 2006.

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