Croazia, il Parlamento indice un referendum sui matrimoni gay

A dicembre prima consultazione per approvare o meno una definizione univoca di matrimonio da inserire nella Costituzione. Ed è subito polemica

Croazia, il Parlamento indice un referendum sui matrimoni gay

In Croazia il primo dicembre i cittadini saranno invitati a votare per il primo referendum indetto su iniziativa popolare riguardante i matrimoni gay. La questione sottoposta ai croati è molto sentita dal Paese: "Siete d’accordo che una disposizione che stabilisce che il matrimonio è un’unione tra un uomo e una donna sia inserita nella Costituzione della repubblica croata?"

Si tratterebbe dunque di proporre una definizione univoca di matrimonio, inteso come unione tra uomo e donna, attualmente assente dai principi della Costituzione. La consultazione è stata fortemente appoggiata dall'organizzazione conservatrice "Nel nome della famiglia" che a maggio aveva raccolto 700.000 firme per convocare la votazione.

Dato che il numero di firme raggiungeva oltre il 10% dell'elettorato del Paese, il governo croato ha dovuto accettare la proposta scatenando una bufera di polemiche. Secondo la maggioranza di centrosinistra e il premier Zoran Milanovic il referendum sarebbe discriminatorio nei confronti delle minoranze sessuali e delle coppie di fatto.

Gli attivisti dei diritti gay hanno contestato la costituzionalità di poter legiferare sui diritti di una minoranza. D'altra parte è innegabile che oltre il 90% della popolazione sia cattolica e che i gruppi appoggiati dalla Chiesa locale si dichiarino assolutamente favorevoli all'introduzione del divieto delle nozze gay nello Stato.

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