E ora Romney punta sull'ex fan di Obama

Artur Davis è la nuova "arma" della destra americana: quattro anni fa stava coi Democratici. Ora spiegherà perché ha cambiato idea all'assemblea dei Repubblicani

E ora Romney punta sull'ex fan di Obama

Il partito repubblicano che ha cominciato a radunarsi a Tampa in vista della convention di questa settimana è pronto a sfoderare un colpo a effetto per scongiurare la rielezione di Barack Obama.
Il colpo risponde al nome di Artur Davis, un ex deputato dell'Alabama che quattro anni fa salì sul palco della convention democratica di Denver assicurando il suo sostegno a Obama e che invece nei prossimi giorni in Florida parlerà del suo errore al partito repubblicano, minacciato dalla tempesta tropicale Isaac che ha costretto a cancellare la prima giornata prevista per oggi.

Nato nel 1967 a Montgomery, cresciuto dalla madre e dalla nonna, Davis si è laureato ad Harvard. Il suo primo impegno politico risale al 2000, quando perse le primarie democratiche contro il deputato in carica Earl Hilliard. Due anni dopo Davis ci riprovò, sfidando nuovamente Hilliard. I due candidati impugnarono il conflitto israelo palestinese e la primaria assunse così dimensione nazionale. Correvano per un distretto elettorale dell'Alabama, ma su di loro ricaddero soldi e sostegno da tutto il paese. Con Hilliard, che aveva difeso le posizioni del popolo palestinese, si schierano gli americani d'origine araba, con Davis, sostenitore di Israele, si allinearono le comunità ebraiche americane. Hilliard arrivò a chiedere a Davis se fosse «abbastanza nero» per il distretto che intendeva rappresentare, ma gli elettori non ebbero dubbi e lo sfidante vinse le primarie di poco per poi trionfare a novembre. Davis fu uno dei primi ad appoggiare la candidatura di Obama alle presidenziali del 2008, arrivando anche a ricoprire un ruolo di primo livello all'interno della macchina politica dell'allora senatore dell'Illinois.

Due anni dopo, nel 2010, Davis provò a diventare il primo governatore afro-americano dell'Alabama. Il deputato proclamò la sua indipendenza dai dogmi tradizionali del partito democratico ma questo gli costò le primarie, perse nettamente contro il più liberal Ron Sparks. Lo strappo fra Davis e il suo partito iniziò allora. Prima si schierò contro Charles Rangel, il presidente della commissione etica della Camera di cui faceva parte, che fu poi trovato colpevole e censurato. Poi fu l'unico democratico afroamericano a votare contro la riforma sanitaria di Obama. Poco dopo annunciò che non avrebbe cercato la rielezione.

La trasformazione di Davis ha avuto il suo culmine quest'anno, quando prima ha annunciato di essere passato fra le fila del partito repubblicano, poi è divenuto editorialista del popolare magazine conservatore National Review, e infine ha dichiarato che stava considerando una candidatura al Congresso con i repubblicani. Come spesso accade nelle convention di partito americane, a Tampa Davis sarà l'avversario redento chiamato a illustrare gli errori dell'altro schieramento e sarà parte della strategia repubblicana per rilanciare la candidatura di Mitt Romney, che giovedì accetterà la nomination per sfidare Obama a novembre.

La convention sarà un passo fondamentale per Romney, che se da un lato ha il fermo appoggio dell'industria, del mondo della finanza e delle compagnie petrolifere, dall'altro deve cercare di conquistare la fiducia della destra religiosa e conservatrice che ancora lo guarda con diffidenza.

La scelta di Paul Ryan come vice è stato un passo in questo senso, anche se con il piano di modificare il Medicare, l'assistenza sanitaria per gli anziani, potrebbe mettere in fuga i pensionati, specialmente qua in Florida. A Tampa, dove sono in arrivo 50.000 persone, Romney avrà l'occasione di definire le linee della sua presidenza.

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