Vacanze più corte per Barack Obama. Il presidente Usa è rientrato anzitempo alla Casa Bianca per scongiurare, dal prossimo 2 gennaio, il cosiddetto fiscal cliff, il baratro fiscale che porterebbe a un aumento automatico delle tasse e a tagli alla spesa pubblica. Nelle prossime ore il presidente Usa invierà quindi al Congresso un nuovo piano per affrontare la grave crisi economica che sta colpendo gli Stati uniti.
Casa Bianca e Congresso cercano da tempo un accordo sulla riduzione del deficit entro la fine dell'anno. Il nodo principale da sciogliere resta quello dell’aumento del carico fiscale per i più ricchi, fortemente voluto da Obama, ma osteggiato dai repubblicani. Il rischio è quello di vedere salire del 2% le aliquote sui redditi dei lavoratori, con un salasso fiscale pari a circa 2mila dollari l’anno per una famiglia media. La spesa pubblica sarebbe invece brutalmente decurtata di circa 1.200 miliardi di dollari in dieci anni, a spese soprattutto dei servizi pubblici e sociali.
Un tale scenario porterebbe inevitabilmente verso una nuova recessione dell’economia Usa, con un crollo del 3% del Pil nazionale. Senza contare le ripercussioni finanziarie, con le agenzie di rating pronte a tagliare la loro valutazione sugli Stati Uniti.
Il debito pubblico statunitense è ormai sopra il 70%: il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, ha comunicato al Congresso che lunedì prossimo sarà superato il tetto di 16.400 miliardi di dollari fissato nell’accordo del luglio 2011, con lo spettro del default che torna a minacciare l’America.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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