Iran, impiccato poeta pacifista: "La sua poesia corrompe l'Islam"

In Iran è stato condannato alla pena capitale Hashem Shabani, assieme ad altri 14 attivisti

Iran, impiccato poeta pacifista: "La sua poesia corrompe l'Islam"

Un'altra pena capitale imposta dall'Iran. Hashem Shabani, poeta ed attivista per i diritti umani, è stato impiccato assieme ad altri 14 collaboratori. Secondo le autorità iraniane, Shabani è colpevole di aver provato, con la sua poesia, a corrompere l'Islam, oltre ad essere accusato di terrorismo. E, come se non bastasse, il poeta è accusato di essere stato in passato una spia del governo di Gheddafi, una delle accuse con cui il ministro dell’Interno e il Giudice del tribunale rivoluzionario Mohamed-Bagher Moussavi hanno ordinato la pena di morte. Shabaani, insegnante di lingua e letteratura araba, scriveva in arabo e traduceva la poesia farsi in arabo, un'attività considerata estremamente sovversiva in un Iran minacciato continuamente dal separatismo di regioni quali L'Ahwaz - regione di provenienza di Shabani- il Baluchistan e il Kurdistan.

Shabani ha confessato sotto tortura la sua intenzione di "corrompere e sovvertire la religione islamica" con i suoi versi, oltre all'ammissione di fare parte del Al-Moqawama al-Shaabiya, partito di movimento del popolo. Andando così ad ingrossare le file dei condannati dissidenti dal governo. Che nella transizione tra il governo ultra conservatore di Ahmadinejiad e la quello di Rohani, sono stati più di 400, nonostante il dialogo cercato con l'Occidente. Nell'Iran di oggi non c'è posto per i dissensi: basti pensare agli ex oppositori riformisti Mir Hossein Mussavi e Mehdi Karrubi, accusati di aver cercato di introdurre un "primavera araba" nel 2011 in Iran e che da tre anni scontano i domiciliari.

E mentre si attendono i nuovi colloqui tra i 5+1 del consiglio di sicurezza dell'Onu e il governo di Theran, il requiem di Shabani echeggia nelle strade della capitale e si unisce a quello di un Iran schiacciato da troppo tempo dal peso del fantasma del passato. Intanto l'Occidente storce il naso davanti all'ennesima esecuzione di un uomo.

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