Mentre gli sforzi diplomatici del nuovo presidente iraniano Hassan Rouhani provano a mediare un accordo con gli Stati Uniti sul programma nucleare, la retorica ufficiale della guida suprema, Ali Khamenei, rimane sulla linea della cautela.
"Non sono ottimista", ha detto l'ayatollah in un discorso agli studenti a Teheran. Khamenei ha specificato che "sarà un bene" se dai negoziati verrà qualcosa, ma ha anche voluto mettere in chiaro che, comunque vadano le cose, l'Iran saprà "reggersi sulle proprie gambe" e "questa esperienza aumenterà il potenziale della nazione".
L'ayatollah ha chiesto al Paese di non indebolire "chi assolve il proprio compito", di rispettare quindi il lavoro dei mediatori, che non sono "gente in cerca di compromessi".
538em;">Alla vigilia del 34esimo anniversario della presa dell'ambasciata statunitense a Teheran, una stoccata alle missioni diplomatiche di Washington: "Tutte le ambasciate americane - ha detto - sono covi di spie". Khamenei ha anche attaccato Israele, che ha definito "regime illegittimo e bastardo".
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