È l'aborto l'ultimo guaio della «Obamacare»

PhoenixL'Obamacare, la riforma con cui Barack Obama vuole garantire l'assicurazione sanitaria, è di nuovo sotto processo. A far parlare della sfortunata riforma sanitaria che porta il nome del quarantaquattresimo Presidente degli Stati Uniti d'America questa volta è la decisione della Corte Suprema di bloccare una norma - contenuta nella riforma - relativa ad aborto e contraccezione.
La riforma sanitaria di Barack Obama obbliga le imprese a dotare i dipendenti di un'assicurazione sanitaria. Il tentativo da parte di Obama di rivoluzionare il sistema delle assicurazioni negli Usa ha già provocato non poche polemiche, prima ancora dell'entrata in vigore dell'Obamacare, prevista per questo nuovo anno.
Ma perché la Corte Suprema ha deciso di bloccare l'Obamacare? Tra le norme previste dalla riforma sanitaria rientra anche l'obbligo per i datori di lavoro di fornire ai propri dipendenti contraccettivi e farmaci abortivi. Una decisione, questa, che ha provocato una levata di scudi da parte del fronte antiabortista. A chiedere e ad ottenere il blocco della norma sono state le Piccole Sorelle dei poveri, un gruppo di suore dello Stato del Colorado.
Inizialmente il ricorso delle suore del Colorado è stato respinto dalla Corte d'Appello federale. In seguito, però, la causa è stata raccolta dalla Corte Suprema. Uno dei nove giudici infatti - Sonia Sotomayor, nominata dallo stesso Barack Obama nel 2009 - ha sospeso la sentenza chiedendo all'Amministrazione un nuovo pronunciamento.
Obama ha proposto una soluzione di compromesso. Le donne che lavorano per organizzazioni religiose a scopo non lucrativo contrarie alla contraccezione possono riceverla fuori dall'assicurazione sanitaria e a spese del datore di lavoro. Fanno eccezione i datori di lavoro privati, per i quali questa soluzione non verrebbe applicata.
A questo punto sono due le possibili soluzioni: il ritiro della sospensiva, che comporterebbe la sconfitta del fronte antiabortista e l'entrata in vigore della norma. Oppure il rinvio dell'intera questione alla Corte Suprema. Questa decisione starebbe a significare che la soluzione vedrà la luce solo tra qualche mese. Col rischio, già paventato da alcuni osservatori, di dilungarsi in un rischioso braccio di ferro tra Casa Bianca e Corte Suprema.
Nel frattempo, quello che si nota negli Stati Uniti d'America è la tendenza, sempre più evidente ma soprattutto mai verificatasi prima, a contrastare le pratiche abortive. Secondo il Washington Post, una spiegazione può essere il controllo, da parte dei repubblicani, di buona parte delle legislature degli Stati americani, dopo la vittoria alle midterm elections del 2010.

Da un'indagine del Guttmacher Institute negli Stati Uniti d'America nel periodo tra il 2010 e il 2013 sono state emanate 205 restrizioni all'aborto, molte di più di quelle emanate nel decennio precedente. Dal 2001 al 2010, infatti, sono state soltanto 189. Segno che negli ultimi anni l'opinione pubblica americana si è pronunciata contro l'aborto.

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