Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito questo pomeriggio per dare il via libera a una missione dell'Unione Europea in Repubblica Centrafricana, che sarà dispiegata nel Paese accanto alle forze francesi, già sul posto dopo che a dicembre Parigi decise per un'azione immediata.
Se confermato quanto emerso in precedenza, la missione europea dovrebbe essere costituita da 500 uomini, che potrebbero essere sul posto entro fine febbraio. L'Onu ha anche approvato una serie di sanzioni, che prevedono il congelamento dei beni e il divieto di viaggiare per chi è sospettato di avere violato i diritti umani.
La risoluzione approvata oggi, che permetterà alle truppe europee di agire su mandato delle Nazioni Unite, invita il governo di Bangui ad accelerare la transizione politica, organizzando appena possibile le elezioni. Al momento il Paese è guidato da Catherine Samba-Panza, presidente ad interim ed ex sindaco della capitale del Paese, nominata a fine gennaio.
Chi sono anti-balaka ed ex-seleka
Ieri tredici persone sono rimaste uccise in Repubblica Centrafricana. Le vittime appartengono alla comunità musulmana, vulnerabile dopo che gli ex-Seleka, milizie nominalmente integrate nell'esercito, hanno perso posizioni, sotto la spinta dell'intervento francese accanto alle forze africane. Al potere dopo la cacciata dell'ex presidente François Bozizé, la ribellione ha lasciato progressivamente il campo agli "anti-balaka", le forze di auto-difesa vicine alla comunità cristiana.
Le forze in campo
Gli scontri hanno già causato almeno 2mila morti. Gli sfollati sono oltre un milione di persone, circa un quarto della popolazione della Repubblica Centrafricana.
La situazione è degenerata a tal punto che, secondo le Nazioni Unite, sarà necessaria una forza di almeno 10mila caschi blu per mettere fine alle violenze.Attualmente in Repubblica Centrafricana operano 6mila uomini della forza dell'Unione Africana, accanto a 1.600 soldati inviati dalla Francia.
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