Il maoista e "Lucrezia Borgia" Intrigo cinese con golpe

Bo Xilai, ambizioso governatore, copriva la moglie avvelenatrice. Ma è finito nella polvere per avere intercettato il presidente Hu Jintao

Il maoista e "Lucrezia Borgia"  Intrigo cinese con golpe

È peggio coprire l’uccisione di uno straniero avvelenato dalla moglie o intercettare il presidente? In Cina sicuramente la seconda. Chiedetelo a Bo Xilai. Fino a un mese fa era il simbolo della lotta alla corruzione e di una nuova rivoluzione culturale. Oggi è un relitto, accusato di aver coperto l’assassinio di Neil Heywood, l’uomo d’affari inglese avvelenato da sua moglie Gu Kailai. Eppure senza quell’illecita intrusione nei telefoni del presidente Hu Jintao la marachella dalla mogliettina non sarebbe mai venuta alla luce. Bo Xilai, offuscato da una smodata ambizione, non ci aveva pensato.
Figlio di Bo Yibo, uno dei fondatori del comunismo cinese, il 62enne Bo Xilai era ad un passo dall’Olimpo.

Dopo esser stato ministro del Commercio, dopo aver condotto da segretario della Provincia di Chongqing una crociata contro delinquenza e corruzione aspettava il 18° Congresso del prossimo autunno per entrare nel Comitato centrale permanente. Per garantirsi il grande balzo doveva controllare tutto e tutti. Anche il presidente Hu Jintao. Soprattutto dopo l’arrivo a Chongqing ad agosto di una commissione anticorruzione spedita dal presidente a indagare su quel suo feudo. Lì Bo Xilai inneggia ad una nuova rivoluzione culturale. Lì Gu Kailai, una spregiudicata Lucrezia Borgia rossa sposata in seconde nozze, governa commerci, investimenti e transazioni finanziarie.

La delicata intercettazione viene affidata a Wang Lijun, il capo della polizia di Chongqing braccio destro di Bo Xilai. Nel campo delle intercettazioni Wang la sa lunga. Le ha usate per provare i rapporti dei vecchi capi di partito con le mafie della zona e garantire l’ascesa del proprio capo. Non ha però fatto i conti con i sistemi anti intercettazione del presidente, capaci di rilevare la minima intrusione. Ma in Cina la vendetta si gusta fredda e dunque Hu Jintao decide di attendere. Sa che - prima o poi - Bo Xilai, la spregiudicata Gu Kailai e il tirapiedi Wang Lijun si bruceranno da soli. A Chongqing non sono certo andati per il sottile. L’uso della tortura e di metodi anti criminalità considerati eccessivi anche per gli elastici standard cinesi sollevano non poche proteste. Bo Xilai si salva, però, grazie alle sue indubbie doti di trascinatore di folle. Mentre riempie le galere riunisce gli abitanti nei parchi, rispolvera i vecchi inni maoisti, promette la fine dei privilegi per i nuovi ricchi, spedisce milioni di sms con citazioni del libretto rosso di Mao. Diventa insomma il portabandiera della riscossa neo maoista.
Il suo tallone d’Achille è però Kailai, la moglie avvocato sposata in seconde nozze.

Figlia pure lei di uno dei grandi vecchi del partito, ha costruito un impero economico usando come testa di legno - e forse come amante - l’uomo d’affari inglese Neil Heywood. Grazie a Neil, piazza il figlio Bo Guagua nel prestigiosissimo college inglese di Harvard dove le rette annue toccano i 9000 euro. Finché la stella di papà regge, quel Trota cinese può godersi una dolce vita fatta di studi per privilegiati, auto da urlo e allegre festicciole. Tutto cambia quando Neil pretende una commissione troppo esosa per far uscire dalla Cina una grossa somma di denaro. Il 14 novembre un’infuriata Gu Kailai convoca Neil in una stanza d’albergo, lo fa immobilizzare da un gorilla di famiglia, gli propina una dose di cianuro. Poi fa cremare il cadavere e chiede al superpoliziotto Wang Lijun di coprire quell’ennesima marachella.

Nulla però sfugge a chi indaga sulle intercettazioni. Il primo a capirlo è Wang Lijun. Il 9 febbraio, disperato, chiede asilo al consolato Usa di Chengdu. Gli americani prima lo spremono, poi lo riconsegnano ai cinesi. Per Bo Xilai è l’inizio della fine. Mentre una lettera firmata da Wang lo bolla come «il più grande gangster di tutta la Cina», il partito gli toglie ogni carica.

Subito dopo, i particolari sull’omicidio di Neil Heywood portano all’arresto della moglie e distruggono la sua immagine. Ma nell’ottica cinese l’unica vera colpa di Bo Xilai - trapelata solo ieri - è aver intercettato il presidente sognando di strappargli il potere.

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