- È morto Oliviero Toscani. Grande rispetto per l’artista, lo stesso rispetto che lui non ha riservato a tanti esponenti politici della parte che meno gli stava simpatica. Tuttavia, evitiamo le polemiche. Perché di fronte alla morte non ha senso provare né risentimento né altro.
- Dopo il fine settimana di violenze, mi chiedo se i colleghi di Tg3 e La7, che hanno parlato di “inequivocabile scontro” tra carabinieri e scooter di Ramy, sono contenti per l’effetto prodotto dalle loro accelerate analisi delle immagini delle telecamere.
- Guardatvi i video, realizzati a Roma in occasione degli scontri di piazza dell’altra sera con la scusa di protestare per la morte di Ramy. Ascoltateli bene. Sapete perché sono scandalosi? Non tanto per quei tremendi slogan anni 70, “tutto il mondo detesta la polizia”, che poi parlate per voi visto che c’è chi, per fortuna, le divise le rispetta. Ma perché dopo la breve, fumosa indignazione iniziale, ben presto tutto finirà a tarallucci e vino. Qualche denuncia, le dichiarazioni di rito, la richiesta di maggior rispetto per i tutori dell’ordine. Poi ogni cosa tornerà al suo posto: i centri sociali continueranno a spaccare vetrine, gli antagonisti ad attaccare la polizia, i presunti studenti a tappare la bocca nelle università a chi non è del loro circoletto. Di solito quelle bombe esplose in faccia ai poliziotti, quei fumogeni sparati alzo zero, finiscono nel dimenticatoio fino alla prossima occasione. I numeri parlano chiaro: nel 2024, 12mila manifestazioni, di cui 322 con scontri per un totale di 273 agenti. A Bologna un poliziotto si è visto esplodere una bomba carta in faccia, sullo scudo, guardate la foto: solo per miracolo ne è uscito indenne. Invece il collega che gli stava dietro è tornato a casa cil braccio spezzato. E tutto perché quattro scalmanati non hanno di meglio da fare che devastare le città utilizzando ogni inutile scusa, dalla Palestina libera alla morte di Ramy. Vergogna.
- “Arrivato incensurato a 70 anni, non avrebbe mai perpetrato delitti di così rilevante gravità se non spinto dalle nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate”. Così si legge nella sentenza che ha condannato a 30 anni di carcere, e non all’ergastolo, un signore imputato per l’omicidio della moglie e della figlia. Per il giudice occorre tenere conto “della comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto reato”. Una sentenza senza senso. Abnorme. Illogica non nel fondamento giuridico, ma nelle sue motivazioni assurde. Ora: il killer ha 70 anni e che si faccia 30 anni di carcere o l’ergastolo poco cambia. Il punto è che se i giudici scrivono certe sentenze, come fai a stupirti se - come certifica oggi un sondaggio di Repubblica - gli italiani non hanno più fiducia nella magistratura?
- Sono comprensibili gli appetiti di Fratelli d’Italia in Veneto, sia chiaro. Ma realpolitik vorrebbe che alla fine, dopo tira e molla e logici scambi politici, alla fine il partito della premier lasciasse alla Lega (o a Zaia…) il candidato presidente magari imponendo l’assegnazione di assessorati di peso. Perché? Semplice: perché quel territorio conta tanto, per il Carroccio; e perché una sconfitta, o il passaggio a FdI, potrebbe far barcollare la Lega, Salvini e quindi il governo. Meglio evitare. E magari puntare ad ottenere un’altra regione, questa sì contenibile, come la Lombardia. In fondo anche Fontana è al secondo mandato…
- Un po’ di ragione Vannacci ce l’ha. Come ci racconta Biloslavo oggi, le nuove salatissime multe e i 4 anni di carcere per chi varca senza autorizzazioni i confini del Vaticano fanno a pugni con l’accoglienza dei migranti tanto sbandierata da Bergoglio. Voglio dire: perché la Santa Sede dovrebbe potersi blindare mentre l’Italia deve aprire le porte a tutti?
- In Italia ci sono tre persone che, per quanto detestate dai grandi intellettuali, sono paradossalmente sempre sulle loro bocche. Ci scrivono libri, realizzano presunte inchieste, girano serie tv: sono Benito Mussolini, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi. Senza di loro, gli oppositori di ieri e di oggi, sarebbero persi. Per sempre.
- Il presidente dell’ANM, Giuseppe Santalucia, sostiene che la norma che vieta ai giornalisti di pubblicare il testo delle ordinanze di custodia cautelare ricorda l’Iran: “Dell’arresto di Cecilia Sala avevamo saputo solo che aveva violato le leggi islamiche. Nel regime iraniano si può fare, ma in una democrazie bisognerebbe dare conto del perché un soggetto viene arrestato”. Scemenze. Non sono i media a dover sapere perché un soggetto viene arrestato, ma il diretto interessato. È questo il problema del regime degli Ayatollah: che Cecilia è rimasta in galera per tre settimane senza avere la minima idea del motivo per cui era stata fermata. Non lo sapevano né lei né il suo avvocato, che di fatto non le è stato concesso. Ecco la differenza, caro Santalucia: in democrazia chi viene arrestato conosce sin da subito i contenuti del provvedimento. Il motivo per cui il governo cerca di mettere una pezza alla pubblicazione di certe notizie sono due: primo, spesso è capitato che l’apertura delle indagini finisse in prima pagina prima ancora che l’indagato ne fosse a conoscenza (e questo, sì, è da regime illiberale); secondo, che i giornalisti non sono riusciti a far buon uso delle precedenti norme. Invece di analizzare le ordinanze di custodia cautelare per quel che sono, ovvero provvedimenti che si basano su ipotesi investigative e non prove certe, hanno trasformato ogni arresto importante in uno show. Rendendo di fatto il tintinnar di manette una condanna mediatica senza possibilità di appello. I tanti, troppi incarcerati poi risultati innocenti non meritano cotante scemenze proferite da chi indossa una toga.
- Finalmente una mossa intelligente. Il governo ha chiesto 6,8 milioni di euro al centro sociale Askatasuna per i danni commessi dai suoi appartenenti durante le innumerevoli proteste contro la Tav in Val di Susa e per altre manifestazioni svoltesi a Torino. Attualmente il centro sociale è sotto processo e per alcuni di loro i pm hanno pure ipotizzato il reato associativo. Vedremo. Sul lato penale poco ci interessa, in questo momento. Ma sarebbe sacrosanto se i devastatori di professione versassero l’obolo per coprire le spese delle riparazioni dei loro danni: in fondo, il detto diceva che chi rompe paga. Ma in Italia quando si tratta di centri sociali di solito tutti fischiettano…
- Quindi Ilaria Salis se liberano lei dal carcere sottraendola al giudizio dei giudici ungheresi col trucchetto dell’elezione all’Europarlamento, tutto bene. Se invece Muhammad Abedini viene rispedito in Iran a seguito di trattative serrate tra il Paese d’origine, quello che aveva richiesto l’arresto e chi lo deteneva, invece c’è da scandalizzarsi per la presunta sottomissione agli Usa. Mia cara, se fosse così oggi Abedini sarebbe ancora in galera. Perché Nordio ha preso una decisione forte, decisamente politica, che poteva tranquillamente rimettere tutto nelle mani dei giudici attendendo le loro valutazioni sulla richiesta di estradizione americana. È scontato che gli Usa avrebbero preferito che il governo desse seguito all’estradizione, invece ha fatto di testa sua. Solo che anziché rompere i rapporti con Washington giustamente Roma ha preferito fare le cose per bene, mantenendo saldi rapporti col potente alleato. Ma vaglielo a spiegare a Salis e Bonelli…
- Sì però adesso con gli articoli sul coraggio di raccontare di Cecilia Sala anche basta.
- Cioè, i manifestanti hanno devastato Roma, Milano, Bologna ecc, ma La Stampa titola: “Le piazze della discordia”. Più che discordia s’è vista violenza.
- Adorabile intervista, si fa per dire, alla scrittrice Susan Straight sugli incendi di Las Vegas: “I negazionismi del nuovo governo non sapranno gestire la crisi”. È iil classico schema dei pensatori democratici: invece di guardare i fatti, trasformano le proprie deduzioni e desiderata nella presunta realtà. Mia cara Susan, vorrei farti notare che al governo durante l’incendio c’è Joe Biden e la California è governata da un suo collega di partito.
Quindi non puoi affermare, se non per furore ideologico, che il prossimo governo non saprà gestire la crisi; anzi è vero, perché documentato dai fatti, che l’attuale esecutivo ha fatto cilecca. Smettetela di ribaltare la realtà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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