Incubo senza fine per Los Angeles alle prese da quasi una settimana col peggiore incendio della sua storia. I forti venti di Santa Ana soffieranno sino a mercoledì e la triste conta delle vittime – 24 i morti e un numero imprecisato di dispersi – sembra destinata a salire ulteriormente. Mentre i vigli del fuoco continuano a lottare contro le fiamme, divampa la polemica politica con attacchi diretti da parte del presidente eletto Donald Trump al governatore della California Gavin Newsom e al sindaco della metropoli devastata dalla calamità Karen Bass, entrambi appartenenti al partito democratico, per la loro gestione dell’emergenza.
Al di là dello scontro politico, prosegue la caccia alle cause e ai responsabili del disastro che, oltre al ruolo importante dei fenomeni naturali e del riscaldamento climatico, potrebbe chiamare sul banco degli imputati anche l’azione dell’uomo. In particolare di piromani. Gli esperti consultati dall’Nbc escludono però che i roghi possano essere stati appiccati intenzionalmente. “Si tratta di terreni inaccessibili e accidentati”, ha spiegato l’ex pompiere Rick Crawford secondo cui “di solito i piromani non si spingono a 500 piedi da un sentiero tra alberi e cespugli”. Che dopo i primi incendi malintenzionati abbiano contribuito, per emulazione, ad aggravare la portata del disastro è invece più che realistico.
Più consistente sarebbe un’altra pista. Il rogo di Hurst, uno dei sei che stanno devastando le colline di Los Angeles, potrebbe essere stato provocato da un guasto alle apparecchiature elettriche della società fornitrice di energia Southern California Edison (SCE). Ad ammetterlo è la stessa Edison International, la quale ha reso noto di aver scoperto una linea elettrica abbattuta ed un guasto in una torre quasi nello stesso momento della prima segnalazione di tale incendio. Il capo della polizia di Los Angeles Jim McDonnell ha fatto sapere che sono ancora in corso le indagini del suo dipartimento con i vigili del fuoco e l'Fbi per stabilire le dinamiche che hanno scatenato gli altri roghi.
Già prima dell’ammissione di Edison International, Whisker Lab, una società che raccoglie dati per monitorare eventuali problematiche alla fornitura energetica, aveva puntato il dito contro la rete elettrica, come già era accaduto nel 2023 con gli incendi alle Hawaii. Anche in questo caso, infatti, sono stati riscontrati segnali anomali sulle linee elettriche in prossimità dei luoghi in cui sarebbero divampate le fiamme. Il Los Angeles Times sostiene inoltre che le indagini su un altro rogo, quello di Altadena, si starebbero concentrando sulla torre di trasmissione elettrica ad Eaton Canyon.
Una teoria che starebbe emergendo per l’incendio - il primo e il più grande - di Pacific Palisades, è stata invece ricostruita dal Washington Post che, analizzando le immagini satellitari, i video e le comunicazioni radio, ha riportato come in quell’area a cavallo del nuovo anno si sia registrato un rogo causato dai fuochi di artificio. Non si esclude dunque che le fiamme, non del tutto domate, possano essere state riattivate dai forti venti di Santa Ana. Non mancano i precedenti: un incendio del 2022 in New Mexico e un altro, per restare in California, ad Oakland nel 1991. La scorsa estate le autorità del Golden State avevano persino lanciato una campagna sui social per sensibilizzare la popolazione locale sul pericolo della "riaccensione" di fuochi che possono covare quasi inosservati per settimane sottoterra o all'interno del legno.
Stabilire una responsabilità ben definita per la tragedia richiederà ancora molto tempo.
Quel che è certo lo ricorda intanto Michael Wara, direttore del Climate and Energy Policy Program dell’Università di Stanford, che afferma: “dobbiamo imparare da questi incendi urbani così da poter evitare che si ripetano”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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