«Il destino di Hollande è segnato. Le amministrative sono solo un assaggio. Aspettate le europee, tra due mesi, quando si rivoterà col proporzionale. Saremo il primo partito di Francia. A quel punto al presidente non resteranno che due strade: sciogliere l'Assemblea nazionale o dare le dimissioni». È un fiume in piena Jean Marie Le Pen, padre del Front National e oggi presidente onorario del partito da sempre considerato «il diavolo della Repubblica» per le sue posizioni estreme su immigrati e gay e per la sua storica avversione nei confronti dell'Europa unita. Quarant'anni dopo la fondazione del partito dell'ultradestra, l'ex ufficiale della Legione Straniera che combattè in Indocina e Algeria, dall'alto dei suoi 85 anni, sessanta dei quali dedicati alla politica, assiste alla cavalcata verso il potere del suo movimento, un exploit frutto dell'abilità di un'altra Le Pen, la figlia Marine, che ha preso in mano lo scettro del partito. «È solo l'inizio. Perché il Paese ha la stessa repulsione per quello che noi chiamiamo Umps, cioè l'unione tra la destra Ump e il Partito socialista, artefici di decenni di disastri. Lo dimostra il livello di astensione sempre più alto, segno che il popolo ha sempre meno fiducia nelle istituzioni».
Il Front non è più il diavolo?
«Non lo siamo mai stati. Siamo stati fabbricati diavoli dai nostri nemici politici. Piuttosto siamo dei patrioti, dei nazionalisti. Crediamo nel valore della nazione e vogliamo che resti il quadro per difendere l'identità, la libertà, la sicurezza e la prosperità».
Le urne vi stanno premiando. È la fine del bipolarismo? Una rivoluzione?
«No, un'evoluzione. Anche perché abbiamo un centesimo dei mezzi dei nostri avversari».
La destra moderata Ump resta forte.
«Sta beneficiando della repulsione che ormai provocano i socialisti. Chi non vuole votare socialista, vota Ump. Ma è una vittoria di Pirro, che non viene dal profondo del Paese».
Eppure in molti mettono in guardia dal «pericolo» Fn. Anche l'ex première dame Valerie Trierweiler...
«Chi? Valérie Trierweiler? La signora è stata un amore passeggero del presidente. Che si occupi dei suoi retroscena e non di quelli della politica».
Quali sono allora i pericoli per la Francia e l'Europa?
«Il pericolo è mortale ed è legato alla demografia mondiale. Mentre il resto del mondo continua a crescere, in Europa il tasso di natalità non smette di abbassarsi. L'Europa sta agonizzando e se i nostri Paesi non riprendono il controllo delle frontiere saranno sommersi di immigrati».
Siete ancora convinto che l'immigrazione sia «il più grave problema per la Francia, l'Europa e il mondo»?
«Certo, in un Paese come la Francia che già contava milioni di disoccupati, arrivano 200-300 mila immigrati ogni anno, a cui offriamo tutto gratuitamente, dall'alloggio agli asili agli ospedali all'assistenza sociale. L'Algeria 50 anni fa aveva 8 milioni di abitanti, ora ne ha 38. E la povertà in questi Paesi cresce a dismisura».
Siete xenofobo? Razzista?
«Quando sono stato eletto per la prima volta a 27 anni, il secondo in lista era un nero. Sono stato il primo francese a candidare un'araba a deputata a Parigi nel 1957 e il primo a fare eleggere un musulmano consigliere regionale nell'86. Le basta?».
Marine è l'artefice del recente boom elettorale. Ma in Assemblea siede Marion, sua nipote. Una dinastia.
«Sempre sottomessa al voto degli elettori. Non ho designato mia figlia, è stata eletta dal Congresso del Partito. Certo ne sono fiero, credo nelle leggi della genetica. E sono fiero di Marion, eletta democraticamente e oggi più giovane deputata della storia della Repubblica».
Che vuol dire essere Le Pen?
«Sono bretone e dalle mie parti pen vuol dire capo. Credo nella stima e nella speranza che suscita questo nome».
Che cosa ha tenuto Marine del Front originale e cosa ha portato di nuovo?
«Marine è una donna con le sue qualità e noi non siamo fan della teoria di genere che dice che uomini e donne sono la stessa cosa. È una donna del suo tempo, ha 40 anni meno di me. E risponde all'attualità dei problemi. Ha tenuto tutti i fondamentali ma ha aggiunto una colorazione un po' più economica. Perché i francesi sentono che la nostra economia è in rovina, la disoccupazione in crescita costante».
E vi votano pure gli operai.
«Accadeva già quando io ero presidente. Marine ha aggiunto gli artigiani, i commercianti. La crisi guadagna classi sociali. Ecco perché presto tutto il Paese la penserà come noi».
Quarant'anni fa eravate fra i pochissimi anti-europeisti.
«Nel 1957 votai contro il Trattato di Roma perché credo che questa storia degli Stati Uniti d'Europa sia una diavoleria».
Via subito dall'euro?
«Al più presto. Ci ha impoverito e non c'è bisogno di aver frequentato l'Ena (la scuola nazionale di amministrazione, ndr) per capirlo, basta guardare il prorio ombelico e le prorie scarpe».
Nulla da salvare dell'Ue?
«L'adesione alla Ue ci ha privato della nostra sovranità, L'80% delle leggi che si applicano in Francia non sono votate dal Parlamento ma sono direttive dell'Unione applicate per conto di un'organizzazione diretta da persone non elette».
Un tempo vi chiamavano il Reagan francese. Ora siete protezionista. Volete un'imposta sulle importazioni?
«Trent'anni fa la situazione era molto diversa. Oggi vogliamo il controllo delle frontiere anche per controllare i flussi economici. Per difendere l'occupazione. Vogliamo difendere la nostra produzione con i diritti doganali, perché non abbiamo gli stessi costi di produzione, né sociali né fiscali, né ambientali di altri Paesi».
Vi alleerete con la Lega Nord dopo le europee?
«La Lega è europeista e regionalista. E noi non lo siamo».
Starete con gli inglesi dell'Ukip, che sono liberisti?
«Dopo il voto faremo un gruppo parlamentare con chi condivide il nostro euroscetticismo».
E Beppe Grillo? Avete diversi punti in comune.
«No, sono solo apparenze. Non ci paragonate a fenomeni spettacolari che si producono qui o là. Grillo è un leader carismatico, ma sparirà o arretrerà. Noi siamo un movimento che vive da più di 40 anni, che ha una dottrina, un programma».
Ascoltate ancora le canzoni militari tedesche?
«Im effetti i tedeschi sono i più bravi a marciare cantando. Ma li ascolto perché nasco come editore di musica militare».
Che dite delle nozze gay?
«Basta che non
Nel 2017 alle presidenziali sarà Sarkozy-Le Pen?
«Nel 2017 la presidente sarà Marine. E fino ad allora noi voleremo di vittoria in vittoria».
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