Che ironia crudele. Proprio in Belgio, a 100 anni precisi dall'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo e lo scoppio della Grande Guerra, i leader dei 28 Paesi Ue hanno scelto come nuovo presidente della Commissione europea il candidato più euro-fanatico che c'è. Questa scelta avrà una conseguenza sola: porterà sempre più vicina l'Europa alla guerra.
Solo il Premier inglese David Cameron e quello ungherese Viktor Orbán erano contro la nomina alla presidenza dell'ex premier lussemburghese Jean-Claude Juncker che vuole procedere a tutto gas alla creazione del Santo Graal: gli Stati Uniti d'Europa.
Cameron, furibondo, ha ammonito: «Ora c'è il rischio grosso che l'Inghilterra esca dall'Ue una volta per tutte». Non sono solo parole. La maggioranza degli Inglesi vuole lasciare l'Ue e Cameron ha già dovuto promettergli un referendum sul tema nel 2017. Lui stesso non è contro l'Ue, ma vuole che questa sia un libero mercato e basta, non un super-stato. Così ha deciso: o Bruxelles ci restituisce i tanti poteri sovrani concessi negli anni, o ce ne andiamo.
Perciò la nomina del federalista esaltato Juncker alla presidenza della Commissione era diventata la sua linea rossa. Ora, col lussemburghese al comando, la possibilità di riprendere quei poteri sfuma.
Che Juncker beva cognac a colazione e fumi come un turco dovrebbe essere un fatto positivo visto l'health fascism che ormai regna in Europa grazie all'Ue. Ma non lo è perché lui, uomo di punta della grigia e sorda eurocasta, può bere e fumare dove vuole, mentre noi altri, il popolo, no. Di noi, il lussemburghese se ne frega come se ne frega delle Nazioni.
Io non vedo l'ora che la mia Inghilterra dica «bye-bye» all'Ue, nonostante io viva sul territorio italiano da 15 anni. Sì, ho una moglie romagnola ma ve lo dico: i nostri cinque piccoli sono anglo-italiani, mica europei. Amo l'Europa e la libertà; odio l'Unione europea e la tirannia. Voi?
La cosa allucinante è che quasi nessuno degli altri 26 leader europei - il vostro Matteo Renzi compreso - se ne frega. Allucinante perché più l'Ue diventa impero, più aumenta il rischio di guerra in Europa. La dinamica del 1914, appunto, ci spiega perché. Cento anni fa - il 28 giugno - a Sarajevo, il nazionalista serbo Gavrilo Princip assassinò l'arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie, e di conseguenza poco più di un mese dopo scatenò la Grande Guerra- una guerra delle nazioni contro gli imperi - in nome della libertà e contro la tirannia.
Giovedì i 28 leader si sono recati, per il primo giorno del vertice, proprio a Ypres in Belgio, cioè la città dove, alla fine, al costo di 300mila soldati britannici e del Commonwealth morti, l'armata inglese ha salvato il Belgio neutro e così l'Europa dai tedeschi. Ovviamente gran parte dei leader ha strumentalizzato il centesimo anniversario blaterando il solito mantra: «C'è pace in Europa solo grazie all'Ue».
Quel noioso signor nessuno Herman Von Rompuy - chissà come o perché presidente del Consiglio europeo - ha detto ad esempio che i leader europei sono stati a Ypres «testimoni di ciò che rappresenta l'Europa: un progetto di pace, solidarietà e collaborazione». Ma che palle! La pace esiste in Europa solo grazie agli anglo-americani che l'hanno liberata non solo dal Kaiser nel 1918 ma da Hitler nel 1945, e poi grazie alla Nato, che l'ha protetta dai comunisti del blocco sovietico dal 1945 al crollo del muro di Berlino nel 1989.
Diciamolo: l'Ue non c'entra un fico secco con la pace in Europa. Von Rompuy, essendo un belga, lo dovrebbe capire.
Ma un'altra cosa la strapagata e antidemocratica eurocasta non ha la lucidità né l'onestà di ammettere: l'Ue e la sua maledetta moneta unica, e la supremazia tedesca derivante, rappresentano la più pericolosa minaccia alla pace in Europa dai tempi di Hitler. Si dice in Inghilterra: con i panzer i tedeschi non ce l'hanno fatta, ma con l'euro sì.
L'idea di Juncker&Company è questa: le Nazioni provocano le guerre, quindi bisogna sostituirle con una super-nazione. La verità è ben diversa: sono le super-nazioni - ovvero gli imperi - che provocano le guerre.
Vi chiedo: per quanto tempo l'Eurozona può andare avanti così, sempre più unita ma senza crescita né speranza di crescita, e con un tasso di disoccupazione così alto, specie tra i giovani (verso il 50% nei Paesi mediterranei), senza spaccarsi in frantumi - senza sangue in piazza? La Gran Bretagna ha fatto tanto per salvare l'Europa dalla tirannia nel secolo scorso. La scelta di Juncker significa una cosa sola: l'abisso tra ciò che vuole la Gran Bretagna e ciò che vogliono gli altri Paesi dell'Ue ormai è incolmabile. Sarà la fine.
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