Notte di sangue al Cairo e in tutto l'Egitto dopo il golpe che ha destituito Mohammed Morsi. Per tutto il giorno manifestanti pro e contro l'ex presidente si sono scontrati in tutto il Paese. In diversi casi l'esercito è intervenuto anche con violenza. Sono almeno 40 i morti e centinaia i feriti di quello che è già stato soprannominato il venerdì della rabbia dei Fratelli musulmani. E, mentre in tutto il Paese inizia a formarsi un gruppo armato a sostegno dell'ex presidente Mohammed Morsi, il premio Nobel per la pace Mohamed el Baradei è stato nominato premier ad interim.
Nella notte l’Alleanza nazionale a sostegno della legittimità, un cartello di partiti e movimenti islamici di cui fa parte anche la Fratellanza, ha annunciato nuove proteste "pacifiche" per chiedere che venga reinsediato Morsi. "Il partito resterà al fianco dei suoi membri e dei suoi simpatizzanti sulle piazze egiziane fin quando il presidente non sarà riabilitato alle sue funzioni ", si legge in un comunicato. Nelle stesse ore la polizia ha arrestato Khairat al-Shater, uno dei più influenti collaboratori di Morsi che si era presentato come candidato lo scorso anno per la Fratellanza, ma era stato bocciato dalla Commissione elettorale prima delle elezioni per i suoi precedenti penali.
E nella giornata di oggi nuove violenze. Un sacerdote cristiano copto è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella provincia egiziana del Sinai del Nord.
Intanto è nato un nuovo gruppo islamico armato a favore di Morsi, che minaccia di usare la violenza per imporre la legge islamica. Ansar al.Shariah in Egitto (questo il nome) condanna la democrazia e dice che sosterrà la legge islamica (sharia), acquisterà armi e addestrerà musulmani per permettere loro di "dissuadere gli assalitori, preservare la religione e rafforzare la legge di Dio". Ribadendo che il movimento rimarrà in piazza fino al ritorno di Morsi, Mohamed el Khatib, dirigente della Fratellanza, ha detto un "no categorico" alla nomina di el Baradei a premier ad interim perchè così facendo il premio Nobel "accetta il golpe" e perchè "è l’uomo degli Stati Uniti in Egitto".
"L’Egitto sta attraversando un momento critico, e l’imperativo per tutte le parti è di lavorare insieme per ripristinare l’ordine costituzionale e la governance democratica", ha intimato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, secondo cui per superare in modo pacifico la crisi "non c’è posto per le rappresaglie o per l’esclusione di importanti partiti o comunità".
In Italia, il premier Letta ed il ministro degli Esteri Emma Bonino, hanno tenuto un vertice a Palazzo Chigi in cui hanno espresso "grande preoccupazione".
"Da parte italiana si auspicano l’immediata fine di ogni violenza e l’avvio di una transizione rapida e inclusiva", hanno commentato. "Siamo sull’orlo di un non ritorno", ha aggiunto il ministro degli Esteri precisando che "il movimento molto composito sceso in piazza è un movimento abbastanza acefalo e comunque con moltissime componenti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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