Obama e Medvedev pizzicati nel fuorionda

Obama e Medvedev pizzicati nel fuorionda

Tanta retorica da guerra fredda e sfoggio di voce grossa, soprattutto in campagna elettorale. Ma la capacità di ascoltare, prima dote degli statisti veri, rimane, e viene poi il tempo del dialogo e, quando è possibile, del compromesso. È il caso della «strana coppia» formata da Vladimir Putin e Dmitry Medvedev, che mostrano spesso e volentieri la faccia dura con l’avversario storico (gli Stati Uniti) ma poi, dietro le quinte, rimangono in sostanza interlocutori affidabili per la Casa Bianca. Un classico «fuori onda», captato dai microfoni delle televisioni a Seul durante un colloquio tra il presidente americano Barack Obama e il suo collega uscente Medvedev, sembra confermare questa verità.
Obama, che ha qualche problema di rielezione in più rispetto a quelli da poco affrontati dal «cavallo di ritorno» Putin, ha spiegato a Medvedev che «il prossimo sarà il mio ultimo mandato, e quindi potrò essere più flessibile con la Russia» sulle questioni controverse sul tavolo, in primo luogo quella della difesa missilistica che la Nato intende installare nell’Europa centro-orientale. Obama ha spiegato a Medvedev che «queste questioni dovranno essere affrontate, dovranno essere risolte. L’importante è che Putin mi dia spazio, che da qui a novembre (data delle presidenziali americane, n.d.r.) sia meno incalzante: dopo le elezioni potrò essere più flessibile».
Medvedev si è dimostrato ricettivo. «Sì, capisco il tuo messaggio sullo spazio, spazio per te - ha risposto il presidente russo uscente, al suo ultimo vertice internazionale prima di ripassare il testimone a Putin in maggio -. Trasmetterò questa informazione a Vladimir». Il riferimento era ovviamente a Putin.
Anche se il progetto di risposta alle minacce poste da Paesi come l’Iran è nel frattempo tecnicamente cambiato, la difesa anti missilistica in Europa rimane oggetto delle divergenze fra i due Paesi, proprio come prima dell’avvio dello sforzo americano per rilanciare le relazioni bilaterali. Al centro c’è la diffidenza di Mosca verso le reali intenzioni di Washington nei suoi confronti.

I russi hanno l’ossessione di lunga data dell’accerchiamento strategico, e per questo non accettano missili e stazioni radar in Paesi come la Polonia e la repubblica Ceca, che sono a suo tempo entrati nella Nato proprio per garantirsi dall’imperialismo russo.
A maggio a Camp David per il G8, Obama accoglierà Vladimir Putin, che avrà occasione di tornare a guardare negli occhi dopo un unico incontro che risale al luglio del 2009.

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