L'Unione eurasiatica è realtà. Vladimir Putin e i presidenti del Kazakistan e della Bielorussia, Nursultan Nazarbaiev e Aleksandr Lukashenko, hanno firmato ad Astana il trattato che consentirà dal primo gennaio 2015 la nascita di uno spazio economico unico fra i tre Paesi.
L'obiettivo dell'alleanza è intensificare le relazioni economiche e commerciali tra le ex repubbliche sovietiche. "Funzionerà in base ai principi trasparenti del Wto", ha spiegato Vladimir Putin, che ha parlato di un "mercato enorme con 170 milioni di persone" e di un "nuovo livello di integrazione" tra Mosca, Minsk ed Astana. Prima della firma sono comunque venuti fuori attriti tra i Paesi, con il bielorusso Aleksandr Lukashenko che parlava di "qualche insoddisfazione" e il kazako Nursultan Nazarbajev di documento "equilibrato, che risponde agli interessi di tutti gli Stati".
"I tre stati si impegnano a garantire la libera circolazione di prodotti, servizi, capitali e lavoratori, a mettere in opera una politica concertata nei settori chiavi dell’economia: energia, industria, agricoltura, trasporti", ha spiegato il Cremlino, aggiungendo che così si ottiene "la formazione di un importante mercato comune nello spazio della Comunità degli Stati Indipendenti che diventerà un nuovo potente centro di sviluppo economico", con 170 milioni di persone e un pil complessivo di 2,7 trilioni di dollari. Per la Russia l’attuale Unione doganale con Bielorussia e Kazakhstan è il terzo mercato mondiale, dopo Europa e Cina: negli ultimi 3 anni l’interscambio cresciuto del 50% (+23 miliardi di dollari), per un totale di 66,2 miliardi di dollari.
L’Unione euroasiatica è il principale progetto geopolitico del terzo mandato presidenziale di Putin, che mira a integrare parte dell’ex Urss in una zona economica unica che possa cooperare e competere con Ue, Usa, Cina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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