In Russia torna la censura alla «Lolita» di Nabokov

La notizia viene da Stavropol, nella parte meridionale della Russia: la procura della città avrebbe chiesto di vietare i libri di Nabokov e le poesie di Esenin perché queste opere spingerebbero i giovani verso la criminalità. «Nel nostro Paese ci sono bambini di nove o dodici anni che fanno rapine - ha detto il procuratore Gurbanguly Sharipov in un'intervista alla stampa -. Che cosa credete che leggano questi ragazzi?».
Insomma, l'origine della criminalità giovanile starebbe nelle cattive letture, e per cattive letture s'intendono due classici come Nabokov ed Esenin, autori «incompatibili con il nostro sistema educativo, con il loro misticismo erotico e i poemi per teppisti», spiega Sharipov. Ma lista del procuratore è lunga, comprende Danielle Steel, Sharon Creech e la poetessa francese Benzoni, sta sollevando anche proteste in città, e ancora non è certo se il tribunale accoglierà la richiesta.
L'idea che ladruncoli e rapinatori in erba abbiano un debole per i racconti di Nabokov è romantica, sin troppo romantica a dire il vero, evidentemente gli uomini di Sharipov devono avere rilevato questa costante nei casi che hanno dovuto trattare. Forse per abbassare i reati bisognerebbe impegnarsi nella lotta alla povertà, alle discriminazioni e all'alcolismo, una piaga che in Russia uccide milioni di persone ogni anno (in media la speranza di vita degli uomini è ferma a 61 anni).
Il punto di vista del procuratore di Stavropol non sarà scientifico, ma è decisamente popolare: nel Paese sono sempre più numerosi i casi di circoli, associazioni e partiti politici che chiedono di limitare ogni influenza esterna che metta in pericolo abitudini e tradizioni dei russi.
Una legge approvata dalla Duma impedisce, fra le altre cose, di mostrare in pubblico atteggiamenti omosessuali, e la norma ha prodotto sinora soprattutto equivoci, come le multe all'organizzatore dell'ultimo concerto di Madonna o i sospetti su due atlete che si sono baciate sul podio negli ultimi campionati di atletica. In questo elenco rientra anche la decisione annunciata ieri da Ikea, che ha preferito non pubblicare sul suo catalogo russo il fotoromanzo di due donne londinesi alle prese con i problemi di tutti i giorni (la libreria su misura, il tavolo per il soggiorno e il tappeto giusto per la camera del figlio). «Abbiamo rispettato la legge - fanno sapere dalla società svedese -. Ma crediamo che sul lungo periodo le nostre operazioni possano avere un impatto positivo sulla Russia».
La legge sulla propaganda gay permette ai procuratori di Stavropol di cancellare Nabokov ed Esenin dalle biblioteche della città - almeno da quelle scolastiche. E non è la prima volta che Lolita finisce sotto la lente dei censori russi. Poche settimane fa tre agenzie hanno ricevuto l'incarico di compilare la lista con i siti internet, i libri, i programmi televisivi e gli articoli di giornali che sarebbero stati colpiti dalla nuova legge contro la pornografia: dopo un'analisi, le tre agenzie hanno concluso che le opere d'arte non possono subire la censura, e hanno portato proprio il classico di Nabokov per dimostrare la loro teoria.
Peggio è andata a un regista teatrale di San Pietroburgo che la scorsa primavera è stato picchiato a sangue da tre sconosciuti dopo la prima del suo spettacolo ispirato proprio a Lolita.

Nelle grandi città ci sono movimenti di opposizione che protestano quando il governo prova a entrare nel letto dei cittadini, ma nel resto del Paese e al tribunale di Stavropol probabilmente pensano che il governo usi maniere sin troppo morbide per contrastare la decadenza dello spirito russo.

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