New York - Sul portone in metallo rosso di una caserma dei vigili del fuoco nel centro di Manhattan c'è un disegno: «L'orgoglio di Midtown», è scritto tra caschi, camion e scale. Una rosa, un cappellino dei pompieri e una bandiera americana piegata in forma di triangolo - come quelle che le famiglie dei morti in servizio per la patria ricevono dopo i funerali - stanno a tributo delle vittime dell'11 settembre 2001. Da questa caserma, come da altre parti della città, sono partiti quel giorno i camion dei pompieri, indiscussi eroi del giorno più buio della recente storia americana, assieme ai poliziotti. In queste ore, però, uno scandalo sta sollevando indignazione tra i newyorchesi, tra le famiglie delle vittime dell'11 settembre e tra i sopravvissuti. Circa cento tra poliziotti e pompieri sono accusati di aver finto false invalidità per ricevere fondi e aiuti statali. «Il disonore diventa vergogna», ha scritto il Daily Beast, quando l'inchiesta in corso rivela che la metà di queste persone ha utilizzato i tremendi eventi dell'11/9 per giustificare false invalidità di tipo fisico e psicologico.
Glenn Lieberman, poliziotto in pensione, ha ricevuto 175.750,40 dollari in quattro anni. Ha dichiarato di avere problemi psicologici che non lo fanno quasi uscire di casa e di non poter guidare. Poi, qualcuno lo ha fotografato su una moto d'acqua, sorridente, mentre con le due mani fa il segno del dito medio. La polizia di New York ha basato la sua inchiesta su questa e altre fotografie. Richie Cosentino, un altro poliziotto in pensione, ha postato su Facebook un'immagine in cui mostra un enorme pesce durante una vacanza in Costa Rica. La coincidenza della data del post è dolorosa: 11 settembre 2012. Altri, che a causa di traumi non avrebbero potuto lavorare, uscire di casa o guidare sono stati fotografati alla guida di un elicottero piuttosto che a offrire cannoli all'annuale festa di San Gennaro a Manhattan.
«Disgusto», è la parola usata per commentare i fatti dal commissario di polizia William Bratton. «Disonore» è la scritta che ha introdotto un servizio della televisione Abc. «Hanno tentato di speculare su una delle più grandi tragedie dell'America, quando veri eroi hanno mostrato vera forza», ha commentato la presentatrice, mentre sullo schermo passavano le immagini che tutti conosciamo: i pompieri che corrono verso il World Trade Center tra il fumo e la cenere, controcorrente, mentre migliaia di persone scappano dalle Torri Gemelle.
Gli indagati, guidati da un piccolo gruppo di uomini le cui truffe andrebbero indietro, prima dell'11 settembre, per almeno due decenni, si sono dichiarati innocenti.
«Se è tutto vero, è proprio brutto, sono cose che non devono accadere», ci dice un grosso pompiere davanti alla sua caserma di midtown, in mano le camicie appena ritirate dalla lavanderia. Non può dirci il suo nome, non vuole parlare e lascia il recapito dell'ufficio comunicazione dei vigili del fuoco per i dettagli. I dettagli forniti dagli inquirenti nelle scorse ore raccontano di somme pubbliche, dai 30 ai 50mila euro a finto invalido, ricevuti in alcuni casi accanto alla pensione di anzianità.
La presunta truffa indigna le famiglie di quei poliziotti e pompieri che quell'11/9 hanno rischiato la vita per salvarne altre e che ancora oggi portano realmente, nel corpo e nella mente, le cicatrici di quel giorno. «Ritroveremo ogni penny che quei ladri senza onore hanno rubacchiato con la frode», ha promesso uno degli agenti speciali che si occupano del caso.Twitter: @rollascolari
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