Assad: "Consegneremo le armi chimiche". Ma chiede stop all'intervento

Damasco ribadisce: armi sotto controllo internazionale. Putin: "Gas? Provocazione dei ribelli"

Stretta di mano tra Obama e Putin al G20 di San Pietroburgo
Stretta di mano tra Obama e Putin al G20 di San Pietroburgo

L'asse tra Mosca e Damasco procede a tappe forzate sulla proposta di mettere l'arsenale chimico siriano sotto il controllo internazionale. Un compromesso trovato probabilmente durante il G20, in un breve colloquio tra Stati Uniti e Russia, ribadito - e accettato da Assad - nei giorni scorsi, che potrebbe scongiurare l'intervento minacciato da Washington. La Casa Bianca ritiene il regime responsabile di avere superato i limiti della guerra convenzionale in un attacco scatenato il 21 agosto contro i sobborghi della capitale della Siria.

In un'intervista a una televisione russa, Rossiya 24, il presidente Assad ha ribadito che intende consegnare tutte le armi in suo possesso. Ha aggiunto anche che le Nazioni Unite riceveranno a breve i documenti necessari perché possa entrare nel novero dei firmatari del bando sulle armi chimiche. La Siria è tra i pochi Paesi a non avere mai aderito alla Convenzione.

Come già aveva fatto il ministro degli Esteri siriano, Walid Muallem, Assad ha sottolineato oggi che la sua scelta non è dipesa dalla minaccia di un attacco statunitense, punto sostenuto invece da Barack Obama, ma che è dovuta invece alla proposta avanzata dal ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, a cui ha aderito. Un commento che ribadisce i buoni rapporti tra Mosca e Damasco.

Il presidente ha detto anche che le armi verranno consegnate soltanto a patto che gli Stati Uniti ritirino l'opzione di intervento e non finanzino l'insurrezione. Sul Washington Post un articolo che sottolinea come le armi promesse dagli Stati Uniti ai ribelli abbiano iniziato ad arrivare in Siria. L’ambasciatore siriano a Mosca, Riyad Haddad, ha sottolineato che "è necessario intendersi su più dettagli".

Serghiei Lavrov e John Kerry si incontreranno oggi a Ginevra, esperti militari al seguito. Il tentativo d'intesa sulla proposta di disarmo dovrà fare i conti con posizioni diametralmente opposte. Washington non ha dubbi sul fatto che Assad sia il responsabile dell'attacco chimico a Damasco. Una tesi supportata - secondo indiscrezioni raccolte da Foreign Policy - dagli elementi raccolti dagli ispettori Onu in Siria . Mosca ritiene invece che la colpa vada attribuita ai gruppi ribelli.

538em;">Il New York Times ha pubblicato oggi sulle sue pagine un lungo articolo di Vladimir Putin, nel quale il presidente russo ribadisce la sua posizione e chiede che "gli Stati Uniti, la Russia e tutti i membri della comunità internazionale" traggano "vantaggi dalla volontà del governo siriano a mettere l'arsenale chimico sotto il controllo internazionale per una successiva distruzione".

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