Una cosa è certa. La tregua in Siria è stata violata. Ripetutamente. Nella giornata di ieri, ma anche oggi. Provocando oltre centocinquanta morti. Nonostante il cessate il fuoco proclamato da entrambe le parti, su richiesta dell'inviato di Onu e Lega Araba.
Sulle responsabilità - come era prevedibile - si sprecano però le accuse. Le truppe di Bashar al-Assad chiamano in causa l'opposizione, responsabile della violazione della tregua durante la Festa del Sacrificio. Un comunicato diramato dalle forze armate siriane parla di "gruppi terroristici" che continuano "a violare platealmente il cessate il fuoco annunciato e rispettato dal comando dell’esercito". Dove per "gruppi terroristici" si intendono tutti gli oppositori e i ribelli. E la diretta conseguenza è che il governo "continuerà a rispondere a questi atti criminali".
Nel primo giorno di tregua, ieri, si sono contati - secondo i numeri diffusi dall'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani - centocinquanta morti, ripartiti tra ribelli, lealisti, civili e disertori. Il bilancio provvisorio della giornata di oggi sarebbe invece di cinque morti, vittime dell'esplosione di un'autobomba davanti a una chiesa a Deir Ezzor. E di altre 43 persone nel resto del Paese. Le vittime in 19 mesi di conflitto (da metà marzo 2011), secondo l'ong sarebbero 35mila.
Chi ha violato dunque per primo la tregua? La risposta è impossibile da dare.
Ed è soltanto questione di chi ha premuto per primo il grilletto. La realtà è che i dubbi che le parti avevano manifestato nei confronti di questo cessate il fuoco si sono tradotti in una tregua che esiste soltanto in teoria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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