Se cessate il fuoco doveva essere, da ieri e per almeno quattro giorni fino alla conclusione delle celebrazioni connesse alla Festa del Sacrificio, in Siria sembrano essersene accorti davvero in pochi.
L'annuncio trionfalistico di Lakhdar Brahimi, inviato dell'Onu e della Lega Araba nel Paese, non ha portato a cambiamenti concreti. La tregua sbandierata tra governo ed esercito ribelle non è durata neppure 24 ore, che già sul suolo siriano si contavano le prime vittime.
A Damasco, a Homs, a Idlib. Nei sobborghi della capitale e a Maaret al-Numan, postazione militare sulla strada per Aleppo, che gli insorti tentano di strappare ad Assad. Dal Nord al Sud, la Siria del cessate il fuoco è identica a quella dei giorni precedenti. Costellata di segnalazioni di nuove vittime, scossa dalla notizia di un autobomba nella Capitale, che in serata causa una decina di morti e oltre trenta feriti, stando ai numeri proposti dai quotidiani geograficamente più vicini a Damasco.
Il primo giorno di stop ai combattimenti, il primo giorno
dell Eid al-Adha si conclude - numeri dell'Osservatorio siriano per i diritti umani - con 151 morti. Inclusi 50 civili, disarmati. Cinquantuno i ribelli, due i disertori, 43 i membri delle forze del regime.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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