La tangentopoli turca scuote il governo di Ankara. Come una macchia d'olio lo scandalo corruzione si è allargato fino ad arrivare a lambire i piedi della poltrona di Recep Tayyip Erdogan. Oggi sono arrivate le dimissioni di tre ministri chiave quello dell'Economia, Zafer Caglayan, quello dell'Interno, Muammer Guler e quello dell'Ambiente e Urbanizzazione, Erdogan Bayraktar. I loro figli sono finiti in prigione nell'inchiesta legata a licenze edilizie in aree urbane che finora ha portato all'arresto di oltre 50 persone. In piazza a Istanbul hanno manifestato cinquemila persone chiedendo le dimissioni del premier che in serata ha risposto con un corposo rimpasto del suo governo. Prima che altri rappresentanti dell'esecutivo dovessero rassegnare le dimissioni, Erdogan è intervenuto sostituendo i tre ministri dimissionari e rimpiazzandone altri sette in dicasteri di peso (tra i quali Giustizia e Trasporti). Lo scandalo è diventato una vera e proprio bufera che sta facendo traballare la poltrona del premier, proprio a pochi mesi dalle decisive elezioni amministrative. Un assalto, secondo Erdogan, "un complotto internazionale contro la volontà nazionale" organizzato per farlo uscire di scena.
L'opposizione denuncia invece le "purghe" e le "operazioni di pulizia" con le quali le forze dell'ordine starebbero cercando di insabbiare l'inchiesta sulle concessioni edilizie. Nel frattempo nel paese divampano focolai di protesta e a Istanbul, nella notte, la polizia ha disperso con i gas lacrimogeni i manifestanti che protestavano contro il governo.
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