Assist del Consiglio di Stato alle Ong: stop all'invio di motovedette alla Tunisia

Ribaltando la decisione del Tar, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso d'urgenza delle Ong e bloccato l'invio in via cautelare. Kelany: "Decreto pericoloso per il contrasto del traffico degli esseri umani"

Assist del Consiglio di Stato alle Ong: stop all'invio di motovedette alla Tunisia
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La Ong pro-migranti Mediterranea Saving-Humans, insieme ad altre associazioni, ha vinto il ricorso e il Consiglio di Stato ha bloccato l'invio delle motovedette alla Tunisia, indebolendo in questo modo il presidio sulle coste nordafricane, proprio nei giorni in cui è stata riconosciuta la zona Sar tunisina. La sospensione è valida fino a nuova decisione e la prossima convocazione della Camera di Consiglio è prevista per l'11 luglio. La decisione del Consiglio di Stato arriva dopo il rigetto da parte del Tar del ricorso delle associazioni, tanto che per il mese di giugno era in previsione il trasferimento delle prime tre motovedette, su un totale di sei.

Ma le organizzazioni non si sono arrese e hanno presentato un ricorso d'urgenza per la sospensione cautelare. "Come sostenuto anche dalle Nazioni Unite, fornire motovedette alle autorità tunisine vuol dire aumentare il rischio che le persone migranti siano sottoposte a deportazioni illegali", dicono gli avvocati che seguono il caso. "Alla nuova ondata di arresti e deportazioni nei confronti delle persone migranti ora si affiancano persecuzioni contro gli attori della società civile che le sostengono", ha aggiunto Filippo Miraglia di Arci. Il Tar del Lazio aveva ritenuto legittimo l'accordo contestato, considerandolo in linea con le decisioni prese a livello comunitario, in particolare sul Memorandum del 16 luglio 2023 tra Ue e Tunisia, e nazionale, visto che c'è stata la conferma della Tunisia come Paese di origine sicuro. Inoltre, il Tar ha ritenuto che il governo italiano avesse condotto una completa istruttoria a fronte di una cooperazione di lungo periodo con la Tunisia.

Ma il Consiglio di Stato, ribaltando la decisione, intanto ha ritenuto "prevalenti le esigenze di tutela rappresentate da parte appellante", quindi ha bloccato tutto in attesa che si pronunci in via definitiva. "Il provvedimento in via d'urgenza è stato assunto senza sentire le parti, senza dunque poter acquisire elementi di fatto e di diritto utili ad una decisione ponderata. Il decreto del Consiglio di Stato appare pericoloso rispetto soprattutto alla finalità di contrasto del traffico degli esseri umani", ha dichiarato l'onorevole Sara Kelany, deputato e responsabile immigrazione di Fratelli d'Italia. L'esponente di FdI ha sottolineato che "fornire attrezzature alla Tunisia è un modo per arginare il fenomeno dell'immigrazione illegale, neutralizzare gli scafisti e dunque colpire la bieca tratta di esseri umani sulle acque del Mediterraneo".

Dello stesso avviso anche il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti, che spiega come la decisione "non appare per nulla condivisibile". Il vicepresidente di Fratelli d'Italia in Senato, Marco Scurria, segretario della commissione Politiche Ue a palazzo Madama ha dichiarato che la decisione è "un evidente dispetto all'azione del governo Meloni in tema di contrasto all'immigrazione clandestina".

E definendo discutibile la sentenza, aggiunge che questa "spinge a constatare che vi sono poteri dello Stato che non intendono assecondare una politica che per quanto ci riguarda continueremo a portare avanti nell'interesse degli italiani e degli stessi immigrati che non sono altro che vittime di un mercato di morte". La decisione, rimarca l'onorevole Augusta Montaruli, "lascia basiti, ma confidiamo in un giudizio definitivo a difesa degli interessi italiani".

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