"Fuori dal gruppo". La rappresaglia Pd contro Rama dopo l'accordo con la Meloni

I dem chiedono l'espulsione del premier albanese dal Partito socialista europeo: "Traditi i nostri valori". L'intesa con il governo sui migranti manda in tilt la sinistra italiana

"Fuori dal gruppo". La rappresaglia Pd contro Rama dopo l'accordo con la Meloni
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Cari compagni, siete avvisati: vietato fare accordi con Giorgia Meloni sull'immigrazione. Guai a rendervi complici di intese che possano fornire un assist al governo di centrodestra. La collaborazione porta vantaggi per l'Italia? Non è un elemento di interesse: non vi azzardate a siglare patti e trattati che poi l'esecutivo attualmente in carica potrà rivendicare come risultato positivo. Uomo avvisato, mezzo salvato: rispettate gli ordini o la vostra disobbedienza avrà conseguenze nettissime. Sembrano ragionameni tipici dei bambini all'asilo, ma in realtà è lo schema che la sinistra nostrana sta seguendo per punire Edi Rama in seguito all'accordo con Meloni sui migranti.

Il Pd vuole punire Edi Rama

Tutto è partito il 6 novembre, quando il premier albanese ha incontrato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e - al termine del colloquio - ha firmato un Protocollo d'intesa in materia di gestione dei flussi migratori. Apriti cielo. In tempo zero il fronte rosso ha condannato l'orientamento del testo, avanzando aspre considerazioni sul rispetto del diritto internazionale e delle norme europee. Nel giro di pochi giorni i giudizi al veleno della sinistra verso il testo dell'intesa si sono via via concentrati su Edi Rama, colpevole di aver messo nero su bianco il doveroso dialogo istituzionale con il governo di centrodestra.

Dal Partito democratico si sono sollevate voci di grande irritazione tanto che, come riportato da La Repubblica, la galassia di Elly Schlein vuole far fuori il primo ministro albanese dal Partito socialista europeo. La richiesta di espulsione potrebbe essere protocollata a stretto giro, magari ponendo la questione al congresso del Pse che si terrà nella giornata di domani e dopodomani a Malaga. Il motivo? Proprio non va giù il Protocollo che, tra le altre cose, prevede la realizzazione in Albania di due centri per la gestione dei migranti.

Per il Pd l'accordo sembra in aperta violazione non solo delle norme di diritto internazionale ma - come affermato da Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri dem - anche dei "valori della famiglia socialista". Da qui la decisione di ricorrere al pugno duro contro Edi Rama. L'iter si preannuncia piuttosto rapido, visto che il premier è un semplice osservatore e l'Albania non fa parte dell'Unione europea. Una pagina che i socialisti e i democratici europei non sono disposti a rimuovere.

Ma l'accordo solletica l'Ue

Da una parte la sinistra italiana si spinge a dubitare sul rispetto delle norme europee; dall'altra l'intesa tra Rama e Meloni solletica l'Ue. Il fronte rosso ormai è andato in tilt. Oliver Varhelyi, commissario europeo all'Allargamento, ha affermato che si sta analizzando il Protocollo siglato da Italia e Albania ritenendolo un "modello interessante". Non solo: Varhelyi ha aggiunto che dal suo punto di vista qualsiasi tipo di cooperazione tra Roma e Tirana sulla sicurezza per l'Europa "vada apprezzato e siamo pronti a contribuire".

Una legnata per il fronte rosso del nostro Paese che invece, tra reazioni pregiudiziali e punizioni ai dissidenti interni, preferisce sposare la linea barricadera a tutti i costi. La propaganda anti-Meloni ha portato qualche giornale di sinistra a cambiare la narrazione sul conto dell'Albania, passando da Maldive d'Europa a temibile Bronx.

Un contrordine dettato dalla volontà di prendere sempre le distanze dal governo guidato da Giorgia Meloni. Anche a costo di contraddirsi e di far fuori chi ha deciso di collaborare andando incontro alle esigenze dell'Italia e dell'Europa.

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