Manifesti vandalizzati e insulti: i "maranza" ancora contro Meloni

Un liquido bianco è stato lanciato contro un manifesto elettorale di Giorgia Meloni e promosso nelle pagine legate ai giovani stranieri in Italia. È l'ennesimo atto di vandalismo in vista delle Europee

Manifesti vandalizzati e insulti:  i "maranza" ancora contro Meloni
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Le elezioni europee dell'8 e 9 giugno si stanno avvicinando e i candidati, insieme ai leader di partito, sono impegnati nella campagna elettorale di avvicinamento. Ma sempre più stesso si stanno verificando episodi di forte intolleranza, che colpiscono soprattutto i candidati dei partiti che nella conformazione attuale del parlamento italiano si trovano nella maggioranza. È salito alle cronache l'episodio di Bologna durante le celebrazioni per il 25 aprile, quando sono stati dati alle fiamme i manifesti elettorali di Giorgia Meloni. Nella giornata di ieri, invece, i cartelloni di un candidato della Lega sono stati imbrattati con minacce del solito tenore, con il marchio degli anarchici.

E in queste ore ha iniziato a circolare sui social, condiviso nelle proprie storie da un profilo legato al mondo dei "maranza" il video di un giovane di origine presumibilmente straniera che si diverte a imbrattare un manifesto del presidente del Consiglio. In sottofondo, la solita musica provocatoria dei trapper. A compiere queste azioni sono soprattutto giovanissimi, che in questo modo sono convinti di creare contenuti capace di fare like sui social. E tutta l'opposizione civile della sinistra sembra proprio basarsi su due pilastri, che affondano nelle fondamenta dei social: contenuti e like. Gli insulti al premier Meloni dal palco del Primo maggio tarantino da parte di un rapper, per altro per lo più sconosciuto, sono la punta di un iceberg che sotto si alimenta con azioni come queste.

Potrebbero essere derubricate ad atti di vandalismo ma dietro c'è tanto di più. L'ultimo caso, quello del manifesto di Meloni sporcato con un liquido biancastro e viscoso è esemplare. La promozione di tale gesto da parte di un gruppo di "maranza" che parla ai "maranza" dovrebbe rappresentare un campanello d'allarme. E sotto quel video, è comparsa anche la rivendicazione del vandalismo di Bologna: "Noi alla manifestazione a Bologna li abbiamo capovolti o addirittura bruciati". E non manca chi insulta il premier, come si legge nel commento di un giovane marocchino: "La fascista maiala, la troia di 'Natiniaho'. Prima volta che vedo un maiala e un scimmia sono amici". Tutti ormai sanno che i "maranza" sono i giovanissimi di seconda, a volte anche terza, generazione che spadroneggiano nelle strade italiane, tra piccoli e grandi reati. Mal sopportano, a volte odiano, l'Italia e gli italiani, cercano di imporre le loro regole per spavalderia, gioco o, peggio, perché spinti da una primitiva radicalizzazione.

Le immagini dei "maranza" egiziani che il 25 aprile, a Milano, hanno aggredito con violenza inaudita i sostenitori della Brigata Ebraica, facendo sfoggio dei loro fisici, per altro mingherlini, dopo essersi tolti le maglie, le hanno viste tutti. Prima ancora che quel gruppo condividesse il video dell'imbrattamento del manifesto elettorale del premier per le europee, lo scorso marzo è stato condiviso un altro video, firmato da un'altra persona di origine straniera, in cui il settimanale L'Espresso dedicato al presidente del Consiglio, con titolo "Re Giorgia D'Albania", viene preso a calci. La didascalia è chiara: "Cosa pensiamo di Giorgia e del neocolonialismo italiano".

E tutti questi giovani vengono istruiti, sobillati e aizzati dalle solite sigle che si vedono in piazza, da quelli che con i finanziamenti comunisti tentano di portare in Italia il clima buio degli anni che furono. E oggi è facile "radicalizzarsi" in certe idee, bastano i social.

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