Giorgia Meloni quest'oggi si è presentata al Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 17 e del 18 ottobre. Tanti i temi affrontati dal presidente del Consiglio italiano, che alla luce delle elezioni che si sono tenute lo scorso giugno ha sottolineato che "l'Europa di domani non può essere uguale a quella di ieri e di oggi", perché "deve riscoprire il suo ruolo nella storia in questo tempo storico così complesso. La domanda che dobbiamo porci è quale futuro vogliamo costruire per l'Europa".
Le elezioni europee, ha proseguito il premier, "hanno a mio avviso segnato un punto di non ritorno, e ci hanno dato un'indicazione chiara da seguire" e come Europa, spiega, possiamo "scegliere di continuare ad essere ciò che siamo stati finora, ovvero un gigante burocratico che appesantisce cittadini e imprese con una selva di regole, molte delle quali senza senso e autolesioniste. Oppure possiamo invertire radicalmente questa tendenza".
Possiamo concentrarci, ha detto ancora, "sulla visione e sugli strumenti necessari a realizzare quella visione". Il voto di giugno, che in Italia ha premiato Fratelli d'Italia, va in questa direzione e questo, ha spiegato Meloni, "è quello che i cittadini ci hanno chiesto con il loro voto, e fedeli come siamo alla sovranità popolare intendiamo dare seguito a questa indicazione. Ecco lo spirito con il quale il Governo Italiano intende affrontare la legislatura europea che si è appena aperta".
Conflitto in Medioriente
Nelle sue comunicazioni in Senato, il presidente Meloni ha condannato senza se e senza ma gli attacchi effettuati dall'esercito israeliano nei confronti dell'esercito di interposizione Unifil, composto da un contingente importante di militari italiani: "Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti, io penso che non si possa considerare accettabile. Ed è esattamente la posizione che l'Italia ha assunto, con determinazione, a tutti i livelli. È la posizione che io stessa ho ribadito al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu". L'atteggiamento delle israeliane è "totalmente ingiustificato" e rappresenta "una violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite" ma, ha sottolineato, "non si può non considerare una violazione l'azione di Hezbollah, che ha operato per militarizzare l'area di competenza di Unifil". Ed è proprio nell'area che il presidente starebbe programmando un viaggio dopo il Consiglio europeo. Le ipotesi allo studio sarebbero due: Giordania e Libano, anche se, vista la difficile situazione dell'area, il viaggio non è ancora stato confermato. Non è detto che entrambe le destinazioni siano raggiungibili. Raggiunta dai giornalisti che le hanno chiesto se confermava il suo viaggio, il presidente ha risposto "sì". La visita in Libano è prevista per venerdì, come annunciato alla Camera.
Non si può "dimenticare il massacro di civili, donne e bambini, avvenuto per mano di Hamas il 7 ottobre del 2023" e ancora oggi ci sono ostaggi nelle mani di Hamas e, ha aggiunto Meloni, "le legittime critiche a Israele si mischiano a un giustificazionismo nei confronti di Hamas ed Hezbollah che tradisce un antisemitismo montante e che deve preoccuparci tutti. Le manifestazioni di piazza degli ultimi giorni lo hanno dimostrato senza smentita". Ed è proprio in quelle circostanze, ha aggiunto il premier, che è "intollerabile che decine di agenti vengano feriti durante una manifestazione di piazza". Da parte sua è stata espressa solidarietà alle forze di polizia coinvolte, "insultate e aggredite da sedicenti manifestanti che usano ogni pretesto per sfogare la loro assurda violenza".
Ucraina e politica estera
Il prossimo Consiglio europeo, ha sottolineato Meloni, "ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina, perché l'obiettivo di tutti rimane sempre lo stesso: costruire le condizioni per una pace giusta e duratura e aiutare l'Ucraina a guardare al futuro, un futuro di prosperità e benessere". L'Italia, ha aggiunto il preidente del Consiglio, "ha firmato l'accordo di sicurezza e siamo arrivati al nono pacchetto di aiuti militari, concentrandoci ancora sui sistemi di difesa aerea per proteggere la popolazione e le infrastrutture civili. Questo al netto del sostegno che l'Italia continua a dare a 360° gradi". Inoltre, come Paese, continueremo a lavorare "per attuare l'accordo per il prestito garantito dagli interessi generati dagli asset russi immobilizzati in Europa, importante risultato raggiunto dalla presidenza italiana del G7. E come ho detto molte volte in passato guardare al futuro dell'Ucraina significa anche immaginare la sua ricostruzione, che va sostenuta insieme alle Istituzioni finanziarie internazionali e al settore privato".
In ambito internazionale, ha poi aggiunto il presidente del Consiglio italiano, durante il vertice del 17 e 18 ottobre, "il Consiglio si occuperà, poi, della situazione venezuelana. Questione che ci sta particolarmente a cuore, anche per i moltissimi cittadini di origine italiana che si trovano in una terra che perfino il nome collega a Venezia e all’Italia". Il premier ha voluto ribadire che "non riconosciamo la proclamata vittoria di Maduro a seguito di elezioni ben poco trasparenti e continuiamo a condannare l’inaccettabile repressione del regime, chiedendo la liberazione di tutti i prigionieri politici. Lo abbiamo ribadito più volte in tutti i comunicati G7 durante la nostra presidenza. Insieme all’Unione Europea, lavoriamo per una transizione democratica e pacifica nel Paese".
Il patto Italia-Albania
Il tema dei migranti, come anticipato da Ursula von der Leyen nella lettera inviata ai partecipanti al Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre, sarà al centro dell'incontro. Meloni ha voluto fare il punto sugli obiettivi raggiunti dall'Italia nell'ultimi anno grazie alle strategie studiate per rafforzare il controllo sulle frontiere esterne. "Nel 2024 la percentuale di sbarchi di immigrati illegali è diminuita del 60% rispetto al 2023 e del 30% rispetto al 2022", ha spiegato il presidente Meloni, sottolineando come questi risultati siano "merito delle politiche del governo, certo, ma anche del sostegno che l'Europa ha garantito a molte delle nostre proposte, come il memorandum con la Tunisia e con l'Egitto".
L'Italia si è fatta capofila dei Paesi europei che vogliono contrastare l'immigrazione illegale ed è al nostro Paese che ora tutti guardano per prendere spunto dal patto stretto con l'Albania: "Sono orgogliosa che l'Italia sia diventata, da questo punto di vista, un modello da seguire. Ho accolto con grande soddisfazione l'attenzione che, in questi mesi e in queste settimane, diversi esponenti di governi europei ed extraeuropei, di diverso colore politico - Francia, Germania, Svezia, Regno Unito, solo per citarne alcuni - hanno riservato alle nostre politiche".
Questo interesse è la prova "del pragmatismo e dell'efficacia che hanno segnato la nostra azione in materia di contrasto all'immigrazione illegale. Una efficacia che i numeri raccontano meglio delle parole". Oggi, ha messo in evidenza Meloni, "l'approccio dell'Europa in materia migratoria è oggi molto diverso da quello del passato, grazie soprattutto all'impulso italiano, ma è fondamentale lavorare per dare concretezza alle nuove priorità". Con il protocollo, ha sottolineato, "l'Italia ha dato il buon esempio con la sottoscrizione del Protocollo Italia-Albania, per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo. Le due strutture previste dal Protocollo - il centro di Shengjin e il centro di Gjader - sono ora pronte e operative".
E il premier si è detto dispiaciuto del fatto che le opposizioni contestino a priori sia il protocollo Italia-Abania, che il Piano Matteo per l'Africa, che dal resto d'Europa vengono presi come modello, anche da quei governi di stampo socialista. Si è detta pronta al dialogo con le opposizioni nel caso in cui desiderassero contribuire in modo costruttivo al progetto, lavorando per il bene dell'Italia prima che per quello di partito. Le strutture in Albania, per le quali il presidente ha ringraziato il suo omologo Edi Rama, sono ora operative e già domattina dovrebbero arrivare i primi 16 migranti. Questa, ha proseguito, "è una strada nuova, coraggiosa e inedita ma che rispecchia pienamente lo spirito europeo e che può essere percorsa anche con altre nazioni extra europee".
Gestione migranti
Da mesi il governo è anche impegnato nella stesura di una versione inattaccabile del decreto Flussi, per evitare "che nelle sue pieghe si annidi l'illegalità. Ci siamo ritrovati, infatti, di fronte ad un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare, con la pesante interferenza del crimine organizzato". Con il nuovo decreto legge sono già state corrette alcune delle storture che lo facevano preda della criminalità e ora, ha spiegato il premier, "intendiamo lavorare per consolidare quest’approccio, tanto a livello nazionale quanto a livello europeo. Per questo, a partire dal Consiglio europeo di domani, su iniziativa dell’Italia si svolgerà un incontro informale tra gli Stati membri più interessati al fenomeno migratorio".
Ma il presidente del Consiglio non ha mancato di metter in evidenza le storture che si stanno verificando nel dibattito pubblico degli ultimi mesi, a partire dagli attacchi riservati al ministro Matteo Salvini e alla Guardia costiera italiana, oggetto di "continui attacchi faziosi che subiscono da organizzazioni politicizzate che detestano chiunque lavori per contrastare l’immigrazione illegale di massa". Nello specifico, il presidente del Consiglio ha voluto dedicare un passaggio a Sea-Watch, organizzazione non governativa tedesca, particolarmente attiva nella critica contro l'Italia da quando a Palazzo Chigi è insediato l'esecutivo di Giorgia Meloni.
"Considero vergognoso che l'organizzazione non governativa Sea Watch definisca le guardie costiere 'i veri trafficanti di uomini', volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del nord Africa, e magari anche quella italiana", ha spiegato il premier. Un modo per "da dare via libera agli scafisti che questa Ong descrive invece come innocenti, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne, che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune Ong e sulle responsabilità di chi le finanzia".
Green Deal europeo
Nelle dichiarazioni di Giorgia Meloni al Senato c'è stato anche modo e spazio di affrontare il Green Deal europeo, con una critica all'approccio "che ha accompagnato la nascita e ha sostenuto finora lo sviluppo", che ha "creato effetti disastrosi". L'Italia ha sempre portato avanti la posizione critica ne confronti di questo approccio, "spesso in splendida solitudine, e oggi, finalmente, è diventata invece patrimonio comune". Perché, sottolinea il premier, "non è vero che per difendere l'ambiente e la natura l'unica strada percorribile sia quella tracciata da una minoranza palesemente ideologizzata". Oggi, davanti al disastro che incombe e che già mostra le sue prime conseguenze, "anche i più convinti e integralisti sostenitori di questo approccio si sono resi conto che non ha alcun senso distruggere migliaia di posti di lavoro, smantellare interi segmenti industriali che producono ricchezza e occupazione e condannarsi a nuove dipendenze strategiche, per perseguire obiettivi impossibili da raggiungere". Inseguire la decarbonizzazione, ha aggiunto il premier, "al prezzo della deindustrializzazione è, semplicemente, un suicidio. Non c'è nulla di verde in un deserto, e nessuna transizione verde, alla quale guardiamo con favore, è possibile in una economia in ginocchio".
Il ruolo di Raffaele Fitto in Europa
La nomina di Raffaele Fitto è una vittoria importante per l'Italia, non per il governo Meloni. È questo il punto che Giorgia Meloni ha voluto ribadire nelle comunicazioni in Senato, rivolgendosi soprattutto alle opposizioni che ne hanno contestato il ruolo assegnato solo per sminuire il risultato raggiunto. "A differenza di quello che vorrebbero alcuni, in Europa la forza degli Stati membri viene ancora prima di quella delle presunte maggioranze politiche, come è giusto e normale che sia. Un risultato che credo debba inorgoglire tutta la Nazione, non solo i partiti della maggioranza", ha spiegato il presidente, augurandosi che "tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato, così importante per la nostra Nazione, possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi, per consentire alla Commissione, in un momento così delicato, di essere pienamente funzionante dal primo dicembre".
Sgombrando il campo dalle polemiche, definite "ingenerose", il presidente del Consiglio ha sottolineato che "quelle attribuite a Raffaele Fitto sono deleghe di primissimo ordine". Quella sulla Coesione, ha aggiunto il premier, "vale nel complesso circa 378 miliardi (di cui circa 43 per l'Italia), su un bilancio complessivo di 1.200, solo per il ciclo 2021-2027. Senza contare il futuro ciclo di programmazione (al momento non quantificabile ma presumibilmente di portata simile) che sempre la prossima Commissione sarà chiamata a definire insieme con altri Stati membri". A questa si aggiunge quella del Pnrr "che vale ulteriori 600 miliardi di euro circa.
E questo rappresenta una garanzia per tutti, perchè grazie all'ottimo lavoro svolto in questi due anni dallo stesso Fitto, l'Italia è oggi la nazione più avanti di tutte nella realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonostante abbia anche il piano più corposo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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