Seggi, maggioranza, equilibri: cosa può accadere alle elezioni europee

Il clima europeo frammentato e mutevole non prevede certezze e spalanca le porte a numerose incognite. Dalla nuova coalizione agli scenari in Italia: cosa può succedere

Seggi, maggioranza, equilibri: cosa può accadere alle elezioni europee

Il 2024 è un anno ricco di appuntamenti che assumono importanza di assoluto rilievo per i possibili sviluppi a livello internazionale e non solo. Sono diverse le sfide all'orizzonte, ma è soprattutto sulle incognite che sono concentrati gli occhi degli appassionati di politica: tra la guerra tra Ucraina e Russia e il conflitto in Medio Oriente passando per le Presidenziali negli Stati Uniti, le elezioni europee di giugno sono riuscite già a catalizzare le principali attenzioni. Sono molteplici i punti interrogativi che si presentano in un clima frammentato e instabile in cui tutto può accadere: le sorti dell'Europa potranno essere oggetto di notevoli cambiamenti per i cinque anni di durata della legislatura.

Elezioni europee: cosa bisogna sapere

Dal 6 al 9 giugno i cittadini europei saranno chiamati al voto per eleggere i rappresentanti al Parlamento europeo, l'istituzione in cui siedono in totale 705 deputati. Ma a partire dal 2024, alla luce dei cambiamenti demografici negli Stati membri, il numero viene innalzato a 720. I seggi supplementari sono stati assegnati a Belgio (+1), Danimarca (+1), Irlanda (+1), Spagna (+2), Francia (+2), Lettonia (+1), Paesi Bassi (+2), Austria (+1), Polonia (+1), Slovenia (+1), Slovacchia (+1) e Finlandia (+1). Dal suo canto l'Italia manterrà gli attuali 76 seggi.

I deputati del Parlamento europeo si riuniscono in gruppi politici e durante le sedute in plenaria votano le leggi europee ed esprimono la propria posizione sulle diverse tematiche all'ordine del giorno. Sono due i passaggi significativi: l'elezione della propria presidenza e quella della Commissione europea. Inoltre verrà esaminato il collegio dei commissari europei per poi essere votato per l'approvazione nel suo complesso.

Quale maggioranza in Europa?

Dallo spoglio dei voti, che inizierà dopo la chiusura dei seggi, si potrà capire una prima tendenza. Ma per un risultato consolidato bisognerà attendere diverse ore, specialmente per avere un quadro ben definito nell'ottica dei seggi. L'analisi di Nova ha dato conto di uno degli ultimi sondaggi di Europe Elects, effettuati il 23 novembre, che prova a simulare uno scenario in considerazione dei dati emersi dalla rilevazione.

Il Partito popolare europeo sarebbe in leggera flessione, anche se negli ultimi mesi ci sarebbero segnali di un live recupero: il Ppe potrebbe passare dai 182 seggi del 2019 a 173 del 2024. Dietro si collocherebbe S&D: Socialisti e Democratici potrebbero fare i conti con un forte calo di poltrone, da 154 a 139. Un'importante discesa potrebbe riguardare anche i liberali di Renew Europe, da 108 a 89. Identità e democrazia (ID) viene accreditato a 87, in crescita dai 73 del 2019. Occhi puntati sul gruppo Ecr (Conservatori e riformisti europei) di cui Giorgia Meloni è presidente: i posti da vantare potrebbero essere 83, in deciso aumento rispetto ai 62 di cinque anni fa. I Verdi sarebbero accreditati a 51 seggi contro i 74 del 2019, mentre The Left (La sinistra) dovrebbe scendere a 37 posti rispetto ai 41 delle scorse elezioni.

In generale i partiti di destra sperano di poter sfruttare un momento che sembra essere favorevole per porre fine all'era socialista e dare vita a una nuova pagina di storia. Quale sarà l'esito delle elezioni europee? Che connotati avrà la nuova maggioranza? Verrà ribaltato lo storico asse tra liberali, popolari e socialisti? Davvero la destrà arriverà al timone dell'Europa? L'idea di una grande coalizione di centrodestra deve interfacciarsi con le difficoltà nel digerire la presenza dei francesi del Rassemblement National di Marine Le Pen e dei tedeschi di AfD (Alternative fur Deutschland).

Indubbiamente la destra può contare su un vento storico a suo vantaggio, ma il clima europeo frammentato e mutevole potrebbe mettere a serio rischio i piani. Per la sinistra rappresentano un campanello d'allarme la possibile conferma di Giorgia Meloni in Italia, l'ascesa di Geert Wilder nei Paesi Bassi e l'ipotetica affermazione di Marine Le Pen in Francia. Allo stesso tempo il fronte filo-europeista spera di seguire la scia della riconferma di Pedro Sanchez in Spagna e del trionfo di Donald Tusk in Polonia. Il futuro è pieno di incognite e tutto può accadere.

Gli equilibri in Italia

L'Italia è interessata in maniera diretta dalle elezioni europee. Per il centrodestra sarà un banco di prova dopo circa un anno e mezzo di governo: riuscire a confermarsi sulle percentuali delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 sarebbe un successo e l'obiettivo è proprio quello di non perdere terreno. La coalizione formata da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia nel suo complesso auspica di ottenere un nuovo responso positivo dagli italiani.

Situazione del tutto differente per la sinistra nostrana. Elly Schlein è consapevole che un risultato sotto il 20% sarebbe una disfatta che a stretto giro la vedrebbe finire sul banco degli imputati. Una situazione dai risvolti incerti, con il segretario che potrebbe subire un processo interno della minoranza del Partito democratico con l'opzione dell'ennesimo cambio al Nazareno.

Per il Movimento 5 Stelle rimangono i dubbi legati al gruppo di appartenenza a Bruxelles, con Giuseppe Conte che spera di ottenere lo scettro della leadership dell'opposizione togliendo terreno al Pd per rimpolpare il proprio bacino di voti. La corsa al voto di giugno è iniziata: ci attendono mesi ad alta tensione senza esclusione di colpi di scena.

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