Stop ai visti ed espulsioni rapide: così l'Europa vuole contrastare il rischio terrorismo

L'attentato di Bruxelles ha mostrato ancora le volte le falle di sicurezza dell'Unione europea, che ora vuole cercare di proteggersi. Sperando non sia troppo tardi

Il luogo dell'attentato a Bruxelles
Il luogo dell'attentato a Bruxelles
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Dopo l'ennesimo versamento di sangue nel cuore dell'Europa per mano di un fondamentalista islamico radicalizzato, l'Europa sembra aver capito che non esistono accoglienza e integrazione incondizionati. Dopo l'annuncio di una stretta sui rimpatri da parte di Ursula Von der Leyen, che fa sua la proposta che da tempo l'Italia avanza all'Europa per risolvere almeno parte del problema, sembra che qualcosa si stia davvero muovendo anche a livello di coalizione. Dalla Coalizione europea, infatti, è stata presentata "una proposta sui rimpatri, per le persone che hanno un background" che potrebbe mettere in pericolo la sicurezza degli Stati. Cos' ha spiegato il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas.

Tradotto: anche al parlamento europeo sembra passare la linea di una velocizzazione delle procedure di rimpatrio per i soggetti riconosciuti come pericolosi. Tra questi ci sono, ovviamente, i radicalizzati e coloro dei quali si conoscono già precedenti con la giustizia, anche nei Paesi di provenienza. "Entrambi gli autori degli attacchi, in Francia e a Bruxelles, avevano esattamente questo background. Pensiamo che sia una proposta giusta e che avremmo dovuta averla ieri", prosegue Schinas. Se non ci fosse stata la sinistra ideologizzata nella "stanza dei bottoni", probabilmente questa norma ci sarebbe stata da un bel po' di tempo.

Ma non è tutto, perché sulla scia dell'orrore di Bruxelles si sta lavorando anche su un altro dispositivo, sempre su proposta della Commissione europea, per attivare una concreta stretta sui visti per i Paesi che favoriscono o strumentalizzano l'immigrazione irregolare oppure quelli che adottano meccanismi per "vendita" della cittadinanza. Mentre alcuni elementi a sinistra continuano a battere sulla necessità di dare visti a tutti per debellare l'immigrazione clandestina, la Commissione non si lascia suggestionare e va nella direzione opposta.

Attualmente, il meccanismo può essere attivato solo in casi specifici, ad esempio un aumento improvviso e sostanziale della migrazione irregolare o rischi per la sicurezza. La revisione proposta punta ad ampliare le ragioni per sospendere i regimi di esenzione dal visto, ad esempio in caso di insufficiente allineamento con la politica dei visti dell'Ue, minacce ibride e attuazione dei programmi di cittadinanza per investitori. Nella proposta, anche una nuova procedura d'urgenza per reagire più rapidamente in caso di necessità, come un forte aumento degli arrivi o minacce alla sicurezza.

È servito l'ennesimo attentato per far aprire gli occhi davanti a un gravissimo problema di sicurezza che l'Italia denuncia da anni, purtroppo senza essere ascoltata. "Dobbiamo fare di più per le persone, come l'attentatore, che sono nell'Unione europea e hanno ricevuto una richiesta di rimpatrio. Sono presenti illegalmente nell'Unione europea.

Dobbiamo intensificare gli sforzi per poter rimandare le persone nei loro Paesi d'origine, e questo è uno degli aspetti che solleverò domani nel Consiglio Affari interni a Lussemburgo", ha spiegato il commissario europeo agli Affari interni, Ylva Johansson.

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