Gli europarlamentari in missione Trattativa segreta per Sakineh

L’Ue disposta a rompere l’isolamento dell’Iran in cambio della liberazione della donna condannata alla lapidazione

Gli europarlamentari in missione 
Trattativa segreta per Sakineh

Una delegazione del Parlamento europeo si recherà a Teheran dal 7 all’11 ottobre, a patto che Sakineh Mohammadai Ashtiani non sia lapidata e che i deputati di Strasburgo possano incontrare gli oppositori degli ayatollah. «Non è escluso che la delegazione sia ricevuta dal presidente Mahmoud Ahmadinejad», conferma al Giornale, Marco Scurria, eletto con il Pdl. L’europarlamentare, che dovrebbe far parte della missione, è noto per essere critico del regime degli ayatollah. Ribadisce «che non si va a Teheran se non saranno accettate le nostre condizioni, compreso l’incontro con gli oppositori».

La stessa visita, all’inizio dell’anno, era stata cancellata a causa della sanguinosa repressione delle manifestazioni dell’Onda verde, movimento d’opposizione. Il solo annuncio della missione aveva convinto alcuni membri del Congresso americano a scrivere al presidente del Parlamento europeo per farla sospendere. Anche gli israeliani sollevarono gli scudi. Un’altra missione, che doveva avvenire in maggio, è stata cancellata.

La notizia della visita è ancora riservata, ma Il Giornale ha ricevuto un documento da Bruxelles che conferma la decisione di Strasburgo. La richiesta è stata avanzata con una lettera dell’11 luglio della Verde tedesca, Barbara Lochbihler, presidente della commissione che si occupa di Iran. Ex segretario di Amnesty International, amica dei palestinesi, non ama gli americani e ha sempre spinto per una linea più morbida con gli ayatollah.

Questa volta l’ha spuntata, anche se Joseph Daul, il capogruppo del Partito popolare europeo, di cui fa parte il Pdl, ha posto due condizioni a Teheran. La prima che Sakineh, ormai un simbolo per la sua condanna a morte, non sia lapidata. E la seconda, come si legge nel documento, che la «delegazione (europea, nda) sia libera nei suoi movimenti e libera di incontrare chiunque desideri, inclusi i membri dell’opposizione». Chi a Teheran c’è stato sa che difficilmente gli europarlamentari godranno di una simile libertà. «Sappiamo bene che gli stessi oppositori temono di incontrarci, perché il giorno dopo potrebbero finire in galera», spiega Scurria, della commissione per i rapporti con l’Iran. La delegazione sarà composta da 4-5 europarlamentari e nei prossimi giorni si affronteranno i dettagli della visita. «L’obiettivo è incontrare i leader dell’opposizione come Mir-Hussein Moussawi e Mehdi Karroubi, che hanno sfidato alle presidenziali Ahmadinejad. Se fosse per me chiederei pure di visitare il famigerato carcere di Evin a Teheran, dove sono detenuti molti oppositori» anticipa l’europarlamentare. Il timore è che gli iraniani utilizzino la visita come arma propagandistica interna per dimostrare che l’isolamento della comunità internazionale è stato spezzato. «Per questo dobbiamo incontrare gli oppositori e affrontare con le autorità iraniane i temi più scabrosi, come il programma nucleare», ribatte Scurria, che a Roma e a Bruxelles conosce bene il mondo degli esiliati dall’Iran. Proprio ieri i 35 Paesi che governano l’Agenzia internazionale per l’energia atomica hanno condannato Teheran per non aver permesso agli ispettori l’accesso agli impianti atomici.
«Per quanto riguarda Sakineh è diventata un simbolo internazionale, ma sappiamo bene che ci sono oppositori condannati a morte che attendono l’esecuzione», sottolinea Scurria. Ad oggi, 14 iraniani sono stati condannati alla lapidazione e 13 risultano le sentenze capitali per motivi politici o ideologici, in attesa di essere eseguite o confermate. Cinque riguardano persone arrestate durante le manifestazioni dell’ultimo anno.

Ieri un quotidiano conservatore di Teheran riportava che «la polizia ha arrestato 60 tra ragazzi e ragazze che stavano partecipando a una festa in giardino», vicino a Teheran. «È stato servito alcol e praticata promiscuità sessuale», fa notare il giornale. Gli arrestati potrebbero rischiare la fustigazione.

Non sarà facile la missione degli europarlamentari, ammesso che le autorità iraniane accettino le condizioni di Strasburgo. «La delegazione dovrebbe incontrare il presidente del Majlis, il Parlamento, la Commissione Esteri ed esponenti del governo - spiega Scurria - E forse lo stesso presidente Ahmadinejad».
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