«Extracomunitari e disabili Scuole a rischio ghetto»

Il Provveditorato lancia l’allarme: «Troppe situazioni problematiche negli stessi istituti, bisogna trovare nuove regole». Tutto è cominciato l’anno scorso alle elementari di via Paravia

Grido d’allarme di Piero Modini, il responsabile del settore integrazione scolastica dei diversamente abili dell’ufficio scolastico regionale: «Alunni stranieri e alunni disabili si vanno concentrando in poche scuole. Il rischio è che, se non interveniamo a governare il fenomeno, in città si creeranno scuole ghetto. Scuole si assommano i problemi e che le famiglie cominceranno a rifiutare».
I primi segnali di questa linea di tendenza si erano già verificati lo scorso anno, alle elementari di via Paravia, un circolo con due plessi: uno con classi di alunni stranieri oltre il 50 per cento, l’altro frequentato quasi esclusivamente da bambini italiani. Ma il caso purtroppo non è rimasto isolato. Nelle scuole di base, ma anche negli istituti superiori, nei professionali soprattutto. «Basta guardare alla media Pavoni – continua Modini – dove si sta verificando lo stesso tipo di selezione dell’utenza. Non si può più pensare di lasciare totalmente libera la facoltà di iscriversi in una scuola, altrimenti i ghetti saranno inevitabili. Dobbiamo metterci attorno a un tavolo e trovare delle regole nuove».
Tenere sotto controllo il fenomeno presuppone peraltro che ci sia un riscontro realistico della situazione. Gli stessi dati sulla presenza degli stranieri resi noti dall’Usp (Ufficio scolastico provinciale, l’ex provveditorato) sono vecchi di oltre un anno, e comunque non distinguono la situazione plesso da plesso. Per quanto riguarda la presenza degli alunni disabili poi manca addirittura qualsiasi tipo di analisi. Una carenza importante, che mette in difficoltà innanzitutto i dirigenti scolastici, in prima linea a fronteggiare una situazione che si fa di giorno in giorno sempre più pesante. Perché in particolare per gli stranieri i numeri cambiano anche durante l’anno scolastico per l’arrivo di nuovi alunni non italiani.


«L’aggiornamento dei dati – osserva Gianni Gandola, responsabile milanese dell’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) – Spesso nei circoli didattici ci sono più plessi: in alcuni si concentrano stranieri e disabili, quindi su questi occorre calcolare i parametri per l’assegnazione delle risorse necessarie. Purtroppo questo non avviene, le risorse vengono assegnate in base alla media del circolo, ossia con una falsa valutazione del problema». E così la situazione dei ghetti scolastici si fa sempre più drammatica.

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