nostro inviato a Sanremo
D’accordo, ci ha pensato Bob Sinclar ad aprire la serata, nascosto dietro a un plotone di ballerini scarcassati e a un armadio nero che cantava in metrica dance. Signori e signore, puntata dedicata ai duetti, alla vittoria dei giovani e all’eliminazione di altri due Artisti. Ma tanto l’attesa era tutta per Jennifer Lopez, lei, la superdiva la superculona la supermamma, che è stata l’attrazione, come si diceva nel circo Barnum, della serata ma anche di tutto il giorno.
È arrivata l’altra notte a Nizza con un aereo privato da Miami e venticinque scagnozzi al seguito, marito compreso ma senza figli, e ha dormito poche ore all’Hotel de Paris a Montecarlo, mica noccioline. Ieri, prima di approdare a Sanremo, si è scatenata nello shopping compulsivo, roba da spiattellare un’intera carta di credito. Avrebbe dovuto, lei che raramente si fa vedere in tv, addirittura partecipare al question time di ieri condotto da Maurizio Costanzo, così come annunciato dal capostruttura Rai Antonio Azzalini.
Invece figurarsi. Lei non è venuta e la Rai si è spaccata di nuovo sul caso Jennifer Lopez. D’altronde l’aveva voluta proprio Viale Mazzini senza neanche chiederlo agli autori di Sanremo, che infatti si sono trovati spiazzati quando lei finalmente è arrivata. Prezzo ufficioso: 350mila euro. Prezzo giurato e spergiurato da Lele Mora: 850mila euro e chissà chi ha ragione. In camera ha preteso tanto succo di mirtilli e soltanto asciugamani neri, per carità guai a sbagliare. E anche all’Ariston c’era molta tensione perché, si sa, queste megastar qui da noi sono ancora più mega e pure le loro attese crescono. Due interventi sul palco dell’Ariston, di fianco a una Antonella Clerici (orrendo quel titolo di giornale che strillava «Antonulla») meno a disagio del prevedibile. JLo è scesa sul palco con il suo mezzo di locomozione preferito, l’astronave. Poi pezzo in playback (What is love), intervista, sgabello a sgabello, due donne di fronte, una normale e l’altra extraterrestre.
Non fosse un rituale previsto e studiato fin nei minimi termini, quello dell’intervista, sarebbe sembrato un film: due mondi a confronto e uno, il nostro, ha vinto sull’altro, impastato di pose ginniche, di chirurgia estetica, di sorrisi a qualunque costo. Prima il trio, Pupo, il Principe e il Tenore, fischiatissimo al suo arrivo, con Marcello Lippi con spot incorporato e forse irregolare: «Con una canzone così non potevo non salire sul palco». Ancora fischi. Pubblico che urla: «Cassano Cassano». Imbarazzo della Clerici e sospetto di inciucione scandalistico a scopo passaggio di turno.
Subito dopo la Lopez, Valerio Scanu di nuovo con Alessandra Amoroso, duetto benedetto da milioni di teen agers. Poi Arisa senza occhiali con la Lino Patruno Jazz band, momento bello e raro. E via gli altri, passando per Fabrizio Moro con Jarabe de Palo e il grandissimo DJ Jad e Enrico Ruggeri con i ritrovati Decibel, gran bell’incontro, il loro, dopo trent’anni: lui cantante e presentatore tv, loro ormai professionisti affermati e lontani assai dal rock. «Fra poco è di nuovo con noi Jennifer Lopez» ha urlato Antonella Clerici prima del solito, marpione, stacco pubblicitario. Lei si è presentata con i ballerini per fare quello che ora le interessa di più: la cantante. Attrice di medio rilievo, sempre più emarginata da Hollywood, prova a tornare la Jenny from the block (come un’altra canzone di ieri), ossia la ragazza che veniva da quell’isolato lontano del Bronx e ogni giorno tentava di diventare grande. Waiting for tonight. Love don’t cost a thing. Get right. Let’s get loud (bella). 6 minuti e mezzo dal vivo, con tuta aderentissima di pelle nera ed esito incerto ma meno peggio del previsto. Baci al pubblico. Poi una modella le porta i fiori di Sanremo e il Festival torna Festival: persino i Tokio Hotel accettano di suonare con la Sanremo Festival Orchestra.
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