Famiglie per strada e alloggi vuoti: esplode l’emergenza case popolari

Rivolta dell’opposizione ieri in consiglio comunale: la commissione non viene convocata da due anni e centinaia di persone attendono l’assegnazione. Tursi fa la voce grossa con Arte e chiede tempi certi

Famiglie per strada e alloggi vuoti: esplode l’emergenza case popolari

Era il 19 novembre 2004, quando nella sala rossa di palazzo Tursi venne convocata l'ultima commissione consiliare, in cui si discuteva sulla spinosa questione legata all'emergenza abitativa. Da allora il silenzio. Fino alla seduta di ieri, in cui consiglieri di maggioranza e opposizione hanno a gran voce chiesto chiarimenti alla Giunta sulla gestione delle politiche abitative. Dito puntato sull'assessore al Patrimonio e vice sindaco Alberto Ghio: «Centinaia di persone sono costrette a vivere per strada - denuncia il consigliere di Alleanza Nazionale Aldo Praticò - centinaia sono gli sfrattati, per non parlare di tutti coloro che nonostante appartengano alle cosiddette fasce protette, cioè disabili e anziani, vengono scavalcati nelle liste d'attesa da nomadi ed extracomunitari. Nel 2003 la Giunta con l'allora assessore al Patrimonio Rosario Monteleone aveva stanziato un tot di denaro per dare a queste famiglie un alloggio. Con l'operazione Tonodue gli introiti sono stati utilizzati invece per appianare il debito Amt». Polemiche che si levano anche dai banchi della maggioranza. «Noi siamo preoccupati. La questione è delicata - dicono all'unisono il consigliere Roberto Delogu dei Comunisti italiani e la consigliera Patrizia Poselli di Rifondazione -. In che modo il Comune può e deve intervenire per prevenire quanto sta accadendo? Ci chiediamo per quale motivo non venga convocata una commissione alloggi per ascoltare Arte e i vari sindacati sull'emergenza abitativa».
Si parla complessivamente di 4mila alloggi di edilizia residenziale pubblica, settecento dei quali entro giugno verranno sistemati per essere consegnati alle famiglie in lista d'attesa, (300 appartamenti di proprietà del Comune e 400 di Arte). L'assessore Ghio non nasconde il desiderio di apportare alcune modifiche alla convenzione con Arte per ciò che concerne la manutenzione degli alloggi e l'utilizzo dei canoni d'affitto. «In questo momento abbiamo un bando in corso che scade il 5 febbraio prossimo, e ad oggi ci sono pervenute 400 domande. Sul rispetto dei tempi e sul lavoro fatto dobbiamo avere più voce in capitolo. Le assegnazioni degli immobili avvengono in base a graduatorie che sono predisposte da un bando pubblico». Centinaia di persone da anni aspettano di ottenere un alloggio, e sono le stesse famiglie che già nel 2003 vennero a protestare nella sala rossa di Tursi al cospetto del sindaco Pericu e dell'allora assessore al Patrimonio Monteleone. Sono passati tre anni e nulla è cambiato. Appartamenti vuoti, da ristrutturare, molti dei quali occupati abusivamente da extracomunitari e sbandati. «Vi è una sensazione diffusa che qualcosa non quadra - s'infiamma il capogruppo di Alleanza Nazionale Gianni Bernabò Brea -. Va fatta chiarezza riguardo alla posizione delle persone morose». «Sono disgustato - accusa il capogruppo del Carroccio Edoardo Rixi -. Nonostante il problema sia grave, non è stata più convocata la commissione alloggi. Su Tonouno e Tonodue aspettiamo ancora risposte. A questo punto viene spontaneo chiedersi come possano i cittadini sentirsi tutelati da questa amministrazione? Il Comune scarica le responsabilità di questa penosa situazione su Arte, ma non dobbiamo dimenticarci che anch'essa è legata agli enti pubblici e a nomine di carattere politico».
Dai banchi della sala rossa si leva un'unica e compatta richiesta: convocare al più presto una commissione specifica sul tema dell'emergenza abitativa. «Ho avuto dei problemi interni con i componenti della commissione alloggi e il presidente lo sa - si giustifica Ghio -. Ora sarà mia cura riconvocarla al più presto». Nel corso della seduta consiliare di ieri sono intervenuti in segno di protesta i lavoratori dell'Ansaldo. Consiglio comunale sospeso per tre quarti d'ora per strappare una promessa: ottenere un incontro col ministro Bersani. «Questa è un'azienda che è sul mercato da tantissimi anni, e purtroppo ha avuto un percorso travagliato - dice l'assessore Mario Margini -.

Noi non accettiamo l'estraneità che Finmeccanica porta avanti e secondariamente vogliamo dire la nostra sull'eventuale acquirente. Chiediamo un piano industriale chiaro e per questo prepareremo un'azione congiunta con la Regione».

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