Fanny e l’ironia al femminile: «Prendiamoci poco sul serio»

Donne tormentate in scena da stasera al teatro Parioli, protagoniste di Arrivederci e grazie, spettacolo scritto da Enrico Vaime e Maurizio Costanzo, interpretato da Manuela Kustermann e Fanny Cadeo. Agli uomini si consiglia di farsi trovare in platea, per prendere appunti sul complesso universo femminile. «Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime - dice la Cadeo - hanno scritto queste commedie con sensibilità femminile. Credo che molte donne possano ritrovarsi nei nostri personaggi, ridendo con noi. Siamo nei panni di donne che non si piangono mai addosso, nonostante le difficoltà».
Lei porta in scena due donne, una intraprendente e cinica, l’altra sentimentale e fragile. Si ritrova in queste figure?
«Sul palco si porta sempre qualcosa di personale. La prima però è troppo cinica, a scapito dei sentimenti, mentre l’altra è troppo sulle nuvole. Mi sento responsabile dei testi che interpreto, ma allo stesso tempo riesco a non prendermi troppo sul serio».
Ha debuttato come velina di «Striscia la Notizia». Poi, dopo tante esperienze, è arrivata al teatro.
«A vent’anni non avevo le idee chiare. Cantavo con il mio gruppo nei pianobar a Milano. Ho fatto il provino a “Striscia” senza crederci più di tanto, invece mi hanno chiamato e ho scoperto un ambiente sano, in cui mi sentivo protetta. Poi ho studiato recitazione e canto, per farmi trovare pronta in ogni occasione».
Ha frequentato la scuola di recitazione di Beatrice Bracco, che ha plasmato anche il talento di Paola Cortellesi e Lucia Ocone. Scopriremo un suo lato comico?
«Nel corso degli anni mi sono scoperta un po’ comica e brillante. In Arrivederci e grazie l’ironia e l’autoironia sono molto importanti, magari in futuro esplorerò ancora più a fondo questo lato della mia personalità».


È importante lavorare fianco a fianco con una grande attrice come Manuela Kustermann?
«Non conoscevo né Manuela né il regista Giancarlo Nanni. Quando sono corsa a fare il provino, temevo di incontrare due professionisti rigidi e severi, invece ho subito scoperto il piacere di lavorare con loro. Si è creata subito grande complicità».

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