L'Hiv adesso si previene con un’iniezione: ecco come

Un nuovo strumento di prevenzione promette di essere accessibile a tutti i pazienti che rischiano di contrarre l'Hiv eliminando per sempre la malattia nei prossimi anni: come funziona PrEP

Pixabay
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Si è da poco celebrata la Giornata Mondiale contro l'Aids per far luce su una malattia adesso gestibile ma i cui numeri sono comunque in aumento: soltanto nel nostro Paese sono state 2.349 le nuove diagnosi di pazienti con Hiv secondo i numeri dell'Iss (Istituto Superiore di Sanità). Accanto alle terapie tutt'ora disponibili ce n'è una che promette di prevenire la malattia in maniera ancora più efficace, una svolta importantissima e attesa da molti anni.

Come funziona PrEP

L'ospedale Sacco di Milano e l'Istituto Spallanzani di Roma hanno unito le forze per quella che viene chiamata "una svolta epocale" nella lotta al virus dell'Hiv: con una puntura da effettuare ogni due mesi la nuova profilassi è riservata alle persone che rischiano maggiormente di contrarre la malattia. Se fino al 2023 PrEP in pillole è disponibile anche nel nostro Paese ma la sua assunzione continuativa si è rivelata un problema specialmente per i Paesi in via di sviluppo creando numerosi problemi perché la profilassi non poteva essere seguita costantemente, adesso esiste anche la PrEP a iniezione che protegge l'organismo per un periodo di due mesi. "Per la prima volta in Italia è possibile accedere a una nuova strategia - hanno spiegato dallo Spallanzani. - La PrEP iniettiva, ogni 2 mesi, garantendo alti livelli protettivi contro il virus e offrendo maggiore comodità e rispetto dell'aderenza rispetto alla formulazione orale".

I nuovi obiettivi

Per adesso le prime dosi saranno destinate a 800 pazienti con numeri in aumento successivamente: ne potranno usufruire coloro che sono maggiormente a rischio e per i quali non è stato possibile accedere al programma PrEP per via orale. Secondo gli studi, questo nuovo metodo con iniezione è particolarmente più efficace nel prevenire l'Hiv: con questa soluzione non rimane soltanto un sogno arrivare a zero diagnosi in tutto il mondo entro il 2030 sconfigggendo per sempre questo mostro che ha già mietuto numerose vittime (sono circa 700mila i morti ogni anno nel mondo) e dal quale è difficile liberarsi.

Il ministro: "Intensificare gli sforzi"

"Grazie ai progressi della scienza e all'impegno di operatori e ricercatori, possiamo contare su strumenti sempre più efficaci per prevenire, diagnosticare e trattare l'Hiv. Tuttavia, non possiamo abbassare la guardia, perchè l'HIV continua a rappresentare una sfida globale": lo ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un messaggio rivolto ai partecipanti dl convegno "Tre volte zero contro Hiv" all'Istituto Spallanzani di Roma.

"È fondamentale intensificare gli sforzi nella prevenzione, investendo in particolare nella profilassi pre-esposizione, ora gratuita e accessibile a tutti rimuovere le barriere che ostacolano l'accesso ai test Hiv, promuovere l'inclusione sociale e combattere lo stigma che ancora grava sulle persone che vivono con questo virus. Il ministero della Salute è al fianco delle istituzioni, degli operatori e delle associazioni che ogni giorno lavorano per prevenire nuove infezioni, migliorare l'assistenza e sostenere la ricerca".

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