«Hanno attaccato. Il cielo di Milano 2 è pieno di fuochi...» viene in mente storpiata così la frase pronunciata da Emilio Fede in collegamento con Silvia Kramar da New York la notte tra il 16 e il 17 gennaio 1991, con «Milano 2» al posto di «Bagdad». Allora iniziava la diretta dell’informazione Mediaset. Ieri è stata lanciata un’altra bomba. Con il direttore del Tg 4 raggiunto da un’informazione di garanzia nell’ambito dell’inchiesta «sul caso Ruby». Gli vengono contestati l’induzione, il favoreggiamento, il reclutamento e lo sfruttamento di prostitute.
Direttore, si sarebbe dovuto parlare dei vent’anni, invece si finisce col parlare delle ventenni, o giù di lì, a dire il vero.
«E invece si parlerà dei vent’anni. Che sono una data fondamentale per la nascita dell’informazione Mediaset, una svolta prestigiosa».
Però a leggere l’avviso di garanzia c’è un po’ da rabbrividire. Difficile tacerne.
«Sì, infatti... E avrei preferito ricevere una richiesta di comparizione piuttosto che un avviso di garanzia. Proprio per poter chiarire immediatamente ai giudici la mia completa estraneità ai fatti. Sono perfettamente in grado di dimostrare tutto».
Tutto cosa?
«Che io Ruby l’ho vista solo una volta ad Arcore nel corso di una normalissima cena. Ma l’ho trovata lì, certo non ce l’ho portata io. E in un’altra occasione l’ho incontrata in un ristorante milanese, lei era al tavolo con altre persone e non ci siamo neppure salutati».
Direttore, facciamo una prova che si fa di solito nei giornali per capire se un titolo funziona: lei, a sua moglie, come l’ha detto?
«Io ho una moglie straordinaria che, conoscendomi alla perfezione, non ha mai avuto il benché minimo dubbio. Sono sempre stato un uomo talmente rigoroso su certe cose, che Diana (la moglie, ndr) non ha creduto a una parola di ciò che è emerso. Figuriamoci, proprio io...».
«Proprio io» in che senso?
«Da anni faccio fare inchieste contro il mondo della prostituzione, ho perfino segnalato a un pubblico ministero che conosco alcuni casi di cui ero venuto a conoscenza e sui quali avevo dei sospetti, e adesso vengo accusato di favoreggiamento delle prostituzione. Incredibile».
E allora da cosa pensa nasca tutta questa faccenda, pensa che il gossip...?
«Non lo so. Se per qualcuno, andare a cena con qualche ragazza significa sfruttare la prostituzione... Mah. Ripeto, io sono in grado di dimostrare tutto. Certo, questo anche per l’immagine è un bel danno».
Trova la tempistica un po’ sospetta?
«Mi risulta che l’inchiesta sia aperta da mesi, in realtà. E comunque non spetta a me dirlo. Se poi ci sia troppa attenzione sulla vita privata del premier, se sia giusto, se non sia giusto... Anche questo...».
Sì, insomma, non commenta. Ma secondo lei gli italiani a questo punto cosa pensano?
«Eh, bella domanda... Non credo che quelli che mi sono affezionati da anni possano pensare che sono impazzito tutto d’un colpo alla mia verde età».
Già, l’età...
«Ah no eh? Quella la so io».
Veramente la sappiamo tutti, ma va bene. Volevamo solo chiederle se vent’anni fa avrebbe immaginato che la sua vita potesse prendere un’altra piega ancora.
«Se non me ne fossi andato dalla Rai dopo ventisette anni, serbandone un bellissimo ricordo peraltro, non avrei mai incontrato Berlusconi e non mi sarebbero mai accadute le cose meravigliose che mi sono capitate professionalmente. Probabilmente oggi sarei un signore che va a manifestare in piazza per avere la pensione garantita».
A proposito di Berlusconi, l’ha sentito oggi (ieri, ndr)?
«No. Assolutamente no. Ho sentito il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri e il responsabile dell’informazione, Mauro Crippa».
Che le hanno espresso solidarietà, hanno fatto anche un comunicato a nome dell’azienda...
«Molto più che solidarietà: affetto».
Invece per i suoi telespettatori, durante l’edizione del Tg (ieri sera, ndr), non ha commentato granché. Però ha «minacciato» le dimissioni nel caso in cui i fatti dovessero essere accertati.
«Doveroso. Ma quando ci sono cose da accertare, c’è poco da commentare».
Non pensava a un compleanno tanto funestato eh?
«Lunedì festeggio comunque. Con i miei inviati e con i miei telespettatori. Ci sarà uno speciale con immagini di repertorio nelle quali io non comparirò».
Lei che ha la penna facile, scriverà un libro su tutta questa vicenda?
«Ho un
E che titolo sarebbe?
«Io e Silvio».
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