La sera in cui nacquero i gol alla Del Piero

Alex compie mezzo secolo: torniamo al Westfalen Stadion di Dortmund, quando il mondo sgranò gli occhi per il primo dei "gol alla Del Piero"

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Trentasei secondi e Marcello Lippi china già la testa, probabilmente riumuginando internamente irripetibili improperi in toscano. D'accordo, contro il muro giallo ci vanno a sbattere in molti, ma farsi infilzare immediatemente dal Borussia Dortmund non è esattamente il modo migliore per gestire questa puntuta trasferta di Champions. Il Westfalen Stadion è già un catino rovente. La gente stringe i punti per celebrare il gol di Möller. Anche Peruzzi non crede a quello che ha appena visto.

Niente paura però, perché i conti fatti dai tedeschi non tornano. A rendere dolente la loro serata - e magnifica la sua - sta per pensarci un ragazzino di 21 anni. Porta il 10 sulla schiena, mentre i nomi sulle maglie ancora non sono arrivati. Comunque è Alex Del Piero da Conegliano (Treviso). Un principe del calcio che oggi compie 50 anni. Ma vallo a sapere quella sera del 13 settembre 1995, che sta per combinare una cosa del genere. E che lo farà ancora e ancora.

Lippi sa bene che è un fantasista, ma l'ha collocato leggermente più largo a sinistra per quella sua capacità di accentrarsi fendendo le difese degli altri e spedire in mezzo palloni come compresse al cianuro, oppure calciare in porta. Già. Di quella partita quasi tutti rammentano il gol di Alex - e ci arriviamo presto - ma riavvolgendo il nastro usurato del vhs ci si accorge che quella fu una prestazione surreale. Perché Del Piero segna, ma mette anche i due assist gol che valgono l'1-3 finale. Il primo per il colpo di testa di Michele Padovano (all'esordio in Champions), il secondo per Antonio Conte. Entrambi dalla sua zolla. In mezzo c'è il suo sigillo. Uno zaffiro che sgrana pupille e conquista. Una roba che non si era mai vista.

È una giocata, quella di Alex, che declassa gli avversari al ruolo di parvenue. Uno squillo che poi non resterà assolo, ma diverrà sinfonia, smaltando le notti europee della Juventus. Il primo tempo sta sfilando verso la conclusione. Jugovic raccoglie un pallone a centrocampo. Paulo Sousa, defilato sulla sinistra, allarga le braccia per farselo dare subito. Il lusitano ha piedi che suggeriscono di consegnargliela. E infatti lancia subito lungo e preciso, per la corsa di Del Piero.

Alex è un fuscello tutto estro e finte. Se sbatte contro quello che lo sta affrontando, ovverosia il terrificante Jurgen Kolher, potrebbe pure volare fuori dal campo. Solo che Kolher non lo prende mai. Arretra, invece, mentre il dieci bianconero avanza sulla sinistra, per poi fare quello che gli viene meglio, convergere e puntare la porta.

Stavolta è diverso però. Stavolta Del Piero non entra dentro al campo, ma si ferma sul vertice sinistro dell'area di rigore. Qui inizia la danza. Finta di andare a destra, poi compie un movimento appena percettibile, un'oscillazione del bacino che sembra portarlo a sinistra. Kolher ci casca e perde il tempo. È già in birreria a tracannarsi una doppio malto per provare a lenire il dolore, quando Alex calcia.

Bruno Longhi, in telecronaca su Canale 5, trattiene il fiato. Del Pierooooo... poi un silenzio di qualche secondo, solo per cercare di capire dove sta finendo il pallone. Che si piazza a giro sul secondo palo della porta difesa da Klos. Quello può solo guardare. Longhi adesso esplode: "Un gol meraviglioso, pazzesco! Siamo tutti emozionati. Ma cosa ha fatto?".

Ha fatto il primo dei "gol alla Del Piero". Un brand, un marchio di fabbrica, non certo una botta di fortuna. Le prossime vittime si chiameranno Glasgow Rangers e Steaua Bucarest.

Quelle traiettorie che sfidano la fisica e sembrano così impossibili da disegnare per gli altri, per lui sono una passeggiata nel parco. Una rete come un affresco seicentesco e due assist. Il mondo del calcio non ci capisce più niente. Un ragazzino da Conegliano sta per prendersi tutto.

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