«I leghisti mettono il Carroccio - e le sue esigenze - davanti agli interessi della Regione». «No, è Formigoni che urla per ragioni di visibilità politica». La manovra economica in discussione in queste ore apre un fronte pesante all’interno della maggioranza che governa il Pirellone e la maggior parte delle Province e dei Comuni lombardi. È l’uomo dei conti a sollevare il problema, l’assessore al Bilancio Romano Colozzi: «Mi risulta francamente incomprensibile - attacca Colozzi - che ogni qualvolta il presidente Roberto Formigoni chiede che vengano restituiti alle Regioni i trasferimenti incomprensibilmente tagliati dalla manovra 2010 per la loro quasi totalità, cioè 4,5 miliardi di euro, gli amici della Lega, come il vicepresidente della giunta lombarda Andrea Gibelli, si scaglino contro di lui, invece che unirsi alla sua sacrosanta richiesta». Da parte leghista è il presidente del Consiglio regionale Davide Boni a polemizzare col governatore: Formigon - dice- «non può fare il federalista un giorno sì e uno no. Lui faceva parte della Dc che ha ridotto il Paese in questa maniera. Sul Po nel 1996 non c’era e che diventi federalista tutto d’un tratto e canti anche l’orazione funebre mi sembra un po’ troppo». Detto ancora più chiaramente: «Non è possibile che attacchi frontalmente il nostro governo. Anche Umberto Bossi è stato critico e sta cercando di tenere una posizione che consenta al Paese di risollevarsi facendo le riforme».
Il capogruppo del Pdl Paolo Valentini lo rimprovera: «Con Boni siamo alle solite: dovrebbe fare “l’istituzionale” visto che l’abbiamo mandato a ricoprire un ruolo super partese invece fa sempre l’uomo di parte, il corifeo delle tesi più sbracate dellaLega o il porta borracce di qualche leghista che non vuole o non può prendere posizioni personali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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