Gli episodi come quelli della bambina portata via dal padre marocchino di cui si occupa oggi la cronaca, sono molto più numerosi di quanto non si creda a causa dell'intensificarsi di presenze straniere nel nostro Paese, presenze che portano spesso le italiane a sposarsi con uomini appartenenti a culture incompatibili con la nostra. Nei matrimoni con africani e orientali, in grande maggioranza di religione islamica, le donne italiane si trovano in condizione di assoluta inferiorità, una inferiorità di cui nella fase dellinnamoramento di solito non sono in grado di rendersi conto, spinte anche dall'atmosfera di tolleranza e di negazione delle differenze che si respira ovunque in abbondanza. È necessario guardare in faccia la realtà. È necessario mettersi «dal punto di vista dell'indigeno», come ha ripetuto Franz Boas, uno dei più grandi padri dellantropologia, se si vuole capire e rispettare l'altro, cosa che non significa né tradire i propri valori né rinunciare a giudicare e a tentare di farci capire dall'altro. L'atteggiamento assunto oggi di facile negazione dellabisso che separa il cristianesimo dall'islamismo non è utile a nessuno e soprattutto porta a dei conflitti sia interpersonali sia collettivi.
La figura e il ruolo delle donne è al centro di questo abisso. Non per nulla il cristianesimo si è dovuto spostare in occidente, nel mondo del diritto romano, per potersi espandere e fiorire. È stato Gesù a concentrare il suo sguardo sulla condizione delle donne, a parlare con loro. Per quante incomprensioni, errori, eresie, si siano accumulati col tempo sul suo messaggio, la parità delle donne è rimasta sempre limpidamente la novità che nessuno ha osato negare. E il battesimo così come il rito matrimoniale ne ha fatto fede fin dall'inizio. In nessuna società, in nessuna religione, il rito d'iniziazione è identico sia per il maschio sia per la femmina come nel cristianesimo. In nessuna società, in nessuna religione il rito matrimoniale è identico sia per il maschio che per la femmina come nel cristianesimo. La parità di diritti nella famiglia, sui figli, ne è logicamente la prima conseguenza. Maometto ha centrato il Corano sui primi cinque libri dell'Antico Testamento ed è sufficiente questo fatto a far comprendere che le donne musulmane si trovano oggi nelle stesse condizioni di inferiorità, di tabuizzazione, di dipendenza dal potere del maschio, dalle quali le ha tolte Gesù.
I significati e i valori che discendono dalle religioni permeano la personalità dei popoli in modo talmente profondo che nessuna normativa di legge può riuscire a cambiarla se non forse con un lungo passare del tempo. Per ora, perciò, sarebbe bene che i matrimoni non avvenissero affatto, neanche di fronte all'accettazione delle leggi vigenti in Italia.
Ida Magli
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