"Festa con due dive per i miei primi 10 anni in Azimut"

Intervista a Ruggero Gandolfi. Anteprima mondiale al Lido di Venezia per le ultime nate nella maison Vitelli: Azimut 45' e Atlantis 44'

"Festa con due dive
per i miei primi
10 anni in Azimut"

[Il magico Lido di Venezia ha tirato a lucido il grande «sofà delle muse» per dare il benvenuto ad altre due star. Là dove solitamente appoggiano i divini glutei Angelina Jolie, Jennifer Lopez o Nicole Kidman, infatti, si sono accomodate (di poppa, per l'occasione) altre due dive: Azimut 45' e Atlantis 44', i nuovi gioielli di Azimut-Benetti. Per una serata speciale, da '700 veneziano: maschere, figuranti in costume e araldi della Serenissima sulle note del «Rondò» per celebrare l'ennesima magia di Paolo Vitelli e del suo top management.
Come Ruggero Gandolfi, 38 anni, una laurea in ingegneria spaziale al Politecnico di Torino, da 10 anni in azienda e da pochi mesi responsabile produzione e sviluppo.
Con quella faccia da ragazino...
«Magari! Sono entrato qui dieci anni fa, allora sì ero un ragazzo... È come aver lavorato in 4 aziende diverse, ho vissuto in diretta il cambiamento, sempre pronto ad affrontare l'evoluzione successiva».
Due «dive» in un colpo solo, non male per un neo direttore industriale.
«Sì, una molto particolare, Atlantis 44', dotato del nuovo Volvo Penta D6 400 dai consumi contenuti, grande silenziosità e al tempo stesso il diesel con il piede poppiero più potente del mondo. Volvo ha scelto in esclusiva Atlantis per presentare al mercato questo propulsore, espressione d'avanguardia tecnologica e di grandi performance soprattutto nelle più difficili manovre di attracco. La seconda "diva", come l'ha definita lei, è Azimut 45', una barca molto interessante nella sua taglia: è versatile, può avere due o tre cabine e un flybridge modulare».
A proposito di flybridge...
«Quello studiato per Azimut 45' e senza dubbio il più evoluto flybridge di questa dimensione. Con i designer Stefano Righini e Carlo Galeazzi, abbiamo costruito una barca in grado di offrire la migliore abitabilità e il massimo comfort a bordo. Le tre possibilità di configurazione del flybridge, così come il sistema che trasforma in pochi attimi l'area relax del pozzetto in una zona pranzo completa e funzionale - oltre alla grande flessibilità degli interni - offrono molteplici soluzioni di ospitalità sfruttando al massimo modularità e trasformabilità di ciascun componente. Si tratta di una nuova sfida vinta da Azimut Yachts che conferma la capacità del cantiere di cogliere appieno i desideri di quegli armatori che cercano totale sicurezza e la massima vivibilità anche in spazi contenuti».
I suoi primi 10 anni in Azimut in due battute.
«Ho avuto la fortuna di trovarmi nel posto giusto al momento giusto. Dieci anni fa, fresco di laurea, ho scelto di lavorare qui. E sono stato scelto... Io sono pienamente soddisfatto. Vedere nascere una barca, dal progetto alla realizzazione, è indubbiamente affascinante. Tuttavia, nel frattempo l'azienda è cresciuta. E ha creduto anche nelle mie possibilità e nel mio impegno. Ed eccomi qua, con qualche responsabilità in più».
Tempo fa, un'altra giovane manager ebbe a dire: «Ma com'è difficile lavorare con papà...».
«Forse ho capito... È una manager straordinaria. Sì, lavorare con il Dottore non è facile, nel senso che pretende molto dai suoi collaboratori. Pretende sempre il massimo. Ma questo è anche il punto di forza dell'azienda. Difficile uscire dalle centinaia di riunioni, o incontri di lavoro con il presidente, senza aver imparato qualcosa. È un capitano tosto, nel senso di imprenditore illuminato e determinato. Non a caso, dopo oltre quarant'anni di attività, guida un'azienda modello».
È tornato all'università...
«In un certo senso... Come tutti i docenti di livello, Paolo Vitelli sale volentieri in cattedra. Ma, come i grandi maestri, sa essere anche un padre buono. Ha sempre creduto nelle risorse interne. Ha sempre investito e scommesso sulle potenzialità professionali di chi gli sta vicino. Poi, quando si superano gli esami, tutto diventa facile: ruoli, competenze e responsabilità sono sempre più chiari e netti. E i risultati si vedono».
Mercati. Piange quello europeo, quello interno non piange più perché ha esaurito le lacrime... E i grandi gruppi esplorano i cosiddetti mercati emergenti.
«Purtroppo devo confermare le sue amare riflessioni. L'Europa è stagnante, il mercato interno soffre molto dopo il crollo ai minimi storici, mediamente attestato al 20% circa. Eravamo al 55% qualche tempo fa. Per fortuna, ma anche per la grande lungimiranza del presidente, abbiamo seminato bene negli anni migliori, mettendo in piedi una rete di vendita capillare con 138 sedi in 68 Paesi. Questo consente ai marchi del gruppo, Azimut Yachts, Benetti, Atlantis e Fraser Yachts (marchio leader nel settore dei servizi, ndr) di crescere un po' ovunque. Nella speranza che l'Europa riprenda presto il suo passo normale di crescita».
È tempo di saloni.

A breve ci sarà Cannes, poi Genova. Altre sorprese?
«Non per Cannes. Le sorprese le riserviamo per Genova. Che, però, non posso anticipare. Ma le assicuro che stiamo lavorando alacremente al gran segreto...».

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