Festival da 1 milione di euro al «pierre» del sindaco ds

La Capitelli affida al curatore della sua campagna elettorale la direzione della prima rassegna sui «Saperi». Per il Comune lombardo spese alle stelle

Luigi Mascheroni

Quando si iniziò a parlarne, un anno fa, la città era entusiasta. Era da tempo che Pavia aspettava un rilancio culturale (e turistico) che la riportasse ai fasti cui l’aveva abituata lo storico ruolo - da tempo appannato - di città «del sapere». Così l’idea di un Festival capace di mettere a confronto mondo scientifico e mondo umanistico era piaciuta a tutti. L’esperienza recente, del resto, insegna che grandi manifestazioni a base di letteratura, scienza o filosofia contribuiscono brillantemente a «riposizionare» l’immagine di una città.
Piera Capitelli, diessina e parlamentare dell’Ulivo, è stata eletta sindaco di Pavia nell’aprile 2005 e una delle prime proposte è stata appunto quella di un grande Festival dei Saperi in calendario nel settembre del 2006. Stanziamento previsto: 600mila euro del Comune più altrettanti che sarebbero arrivati dagli sponsor. Questo un anno fa, poi un lungo silenzio. Fino alla conferenza stampa di luglio. Il programma del festival in quel momento non c’è ancora (è stato comunicato a inizio agosto), non vengono indicati né costi né sponsor, ma si preannunciano per i cinque giorni della manifestazione 250mila presenze che - come sa chi bazzica l’ambiente - è una cifra decisamente ottimistica. E iniziano le polemiche, con tanto di lettere «avvelenate» che compaiono sulla stampa locale.
E così si viene a sapere che: a poche settimane dall’inizio del festival esiste una sola sponsorizzazione, di 100mila euro (contro i 600mila previsti); che il Comune è dovuto intervenire con altri 400mila euro che, sommati ai 600mila già deliberati, portano la cifra complessiva a un milione di euro; che, come risulta da una delibera comunale del 7 marzo, si attribuisce per tre anni alla società Wam&co la direzione del festival e l’incarico relativo al coordinamento organizzativo e all’ufficio stampa «per un totale di euro 150mila»; e che il marchio Festival dei Saperi, inizialmente di proprietà della Wam&co, viene improvvisamente registrato dal comune dopo le prime polemiche. Nulla di grave (a parte forse la cifra piuttosto alta), se non fosse che la Wam&co è una società che ha come titolare unico Stefano Francesca, ovvero la stessa persona che ha curato la campagna elettorale del sindaco Capitelli; il quale attualmente dirige l’Ufficio marketing e comunicazione del Comune (per 70mila euro annui); il quale è diventato direttore del Festival dei Saperi; il quale come responsabile della gestione dell’evento può contare per il suo «pacchetto comunicazione» su un compenso di 435mila euro.
Come hanno sottolineato anche con interventi sulla stampa locale noti intellettuali della città (lo storico Giorgio Boatti così come l’editore Giovanni Giovannetti), il problema è da una parte una strategia di comunicazione del Comune «molto dirigista e ideologica» (perché ad esempio non dire subito di chi era la società che avrebbe gestito l’evento?) dall’altra un percorso legittimo ma certamente contorto. Non solo. Di solito - evidenzia qualcuno - prima di affidare la gestione di un evento del genere, con budget di queste dimensioni, si fa un bando. E poi - sottolinea qualcun altro - è buona cosa produrre un curriculum: quali eventi ha organizzato la società Wam&co? Perché non ha dipendenti, perché non esiste un suo sito internet, e perché è così difficile trovare informazioni sulle sue attività?
Genovese, tra i giovani ds rampanti saliti sul «treno» del presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, stile «alla D’Alema», misurato e prudente, Stefano Francesca contattato dal Giornale spiega la propria posizione: «La nostra manifestazione è al suo primo anno ed è difficilissimo entrare in un mercato come quello dei grandi festival. Ma si tratta di costruire un nuovo profilo culturale di Pavia. Sono direttore dell’ufficio che cura i servizi di marketing e comunicazione del Comune e ho semplicemente costruito un piano triennale di eventi su una proposta già presente nel programma presentato in campagna elettorale dal sindaco». E i contributi degli sponsor? «Avevamo fatto tre ipotesi, e quella massima era 600mila. Quanto è stato raccolto a tutt’oggi? Circa 300mila euro». Le previsioni di pubblico? «Noi puntiamo a 10mila presenze per i giorni di mercoledì-giovedì e a 100mila per il weekend. E la cifra di 250mila che qualcuno ci ha rinfacciato, è pensata per tutto l’anno, tenendo conto anche delle mostre e degli altri eventi culturali».
Sembrerà strano ma il Festival dei Saperi (deciso un anno fa) è in programma dal 6 al 10 settembre.

Esattamente gli stessi giorni del Festivaletteratura di Mantova, distante un’ora e mezzo di macchina. Come organizzare un quadrangolare di squadre di club nelle stesse settimane dei campionati mondiali di calcio. E pretendere di riempire lo stadio.

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