Un festival non fa primavera, ma 39 anni di musica fanno storia

Dal 14 al 16 marzo torna uno degli appuntamenti «extracolti» più antichi e nobili d’Italia. Direttore artistico, la «leggenda» Uri Caine

Non si capisce perché mai il Festival Internazionale del Jazz di Bergamo (o «Bergamo Jazz», se si preferisce), uno dei più antichi e nobili d’Italia, abbia contratto il vezzo di ridursi gli anni come fanno certe signore un po’ attempate. Nel comunicato che annuncia il programma, si legge che la manifestazione 2008 «taglia il traguardo dei trent’anni». Non è vero, sono di più: addirittura 39.
La prima edizione ebbe luogo al Teatro Donizetti dal 21 al 23 marzo del 1969 con le orchestre di Giorgio Gaslini, di Maynard Ferguson e di Cannonball Adderley. Una rivista ne celebrò i pregi pubblicando in copertina una splendida foto di Adderley, protetto da una di quelle pellicce per uomo che si usavano allora, seduto su una panchina dei giardinetti che fiancheggiano il Teatro.
Negli anni Settanta, dopo un incauto trasferimento «per troppo successo» al Palazzo dello sport, il festival patì un periodo di sospensione, ma lo stesso guaio accadde a molti, compresa l'Umbria Jazz che fu varata nel 1973. Negli anni Settanta, le nostre platee di «musica extracolta» - ci si passi il termine orrendo - erano diventate pericolose, e vari organizzatori dovettero correre ai ripari. Questo dice la storia, nel suo piccolo. Bergamo Jazz, dato il periodo di effettuazione, si merita da sempre il titolo gentile di «festival che annuncia la primavera». E non si deve dimenticare che, anche dopo il rientro nel Teatro Donizetti, i responsabili hanno dovuto faticare non poco affinché i programmi fossero accettati, come meritavano, dal pubblico dei musicofili e registrassero il tutto esaurito.
Bergamo Jazz 2008 è la terza edizione firmata da Uri Caine come direttore artistico. Dal 14 al 16 marzo, ore 21, si danno convegno ogni sera sul palcoscenico del Donizetti due gruppi di notevole spessore. Nella serata inaugurale l'apertura spetta alla Cosmic Band del premiatissimo trombonista Gianluca Petrella, una formazione di dieci elementi che allinea fra l'altro il pianista Giovanni Guidi, considerato insieme con il milanese Paolo Alderighi il migliore virtuoso emergente del jazz italiano. Segue il quintetto del pianista cubano Chucho Valdés, invitato nel giugno 2005 al festival Arturo Benedetti Michelangeli.
Sabato 15 suonano il Claudia Quintet, caratterizzato da echi folk e di musica minimale, e la Nublu Orchestra diretta di Butch Morris che improvvisa le strutture dei brani perfino in corso d'opera. Domenica il festival si conclude con il trio del trombettista norvegese Arve Henriksen e con il quintetto di un altro trombettista, l'americano Roy Hargrove.

Sono previste anche manifestazioni collaterali (ad esempio, incontri con le scuole e concerti del percussionista Michele Rabbia e del pianista Django Bates).
Molto atteso, domenica alle 11 nella Sala Conferenze del Donizetti, un incontro fra Uri Caine e Gianluigi Trovesi, con il giornalista Angelo Foletto in veste di moderatore.

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