"La Fiat via dall'Italia?" Marchionne: mai detto

L'ad di Fiat e Chrysler si scaglia contro la Fiom: "Non possiamo essere vittima di una minoranza". La risposta del leader Cgil: "Marchionne è come una bomba a orologeria, ogni volta che si fa un passo avanti riporta tutto indietro"

"La Fiat via dall'Italia?" Marchionne: mai detto

Marchionne critica l'ostilità dei sindacati e il giornalista chiede se l'alternativa sia quella di lasciare l'Italia. L'ad di Fiat e Chrysler risponde così: "Siamo una multinazionale e abbiamo attività in tutto il mondo". Insomma, l'ipotesi di un abbandono non viene scartata, ma nemmeno confermata.

Dopo l'annuncio della disdetta degli accordi sindacali in tutti gli stabilimenti auto e dopo la risposta della Fiom di Landini che ha minacciato uno sciopero di "almeno 4 ore" per il 16 dicembre, ecco che si aggiunge un altro tassello all'ormai complicato rapporto tra l'azienda del Lingotto e il sindacato dei metalmeccanici.

"Abbiamo avuto la maggior parte dei lavoratori che ha appoggiato un’alternativa. Il treno è passato ed è inutile cercare di insistere che bisogna rinegoziare. Quella decisione è stata presa e non possiamo continuare a votare finché non vince la Fiom. È la tirannia della minoranza verso la maggioranza. La Fiat non può essere la vittima di questa minoranza", ha precisato Marchionne, durante una conferenza organizzata a Washington dal Council for the United States and Italy.

L'ad ha poi rincarato la dose: "Il fatto è che un operaio su dieci vuole condizionare l’andamento dell’azienda. La Fiat non può essere la vittima di questa minoranza. Non si può investire così, parliamo di miliardi di euro di investimenti, non di aprire un supermercato". 

In serata è arrivata una nota del Lingotto che ha smentito le "false dichiarazioni" riportate da alcune agenzie di stampa: "Il dottor Marchionne non ha mai parlato di lasciare l’Italia".

Sulla richiesta del leader della Cgil Susanna Camusso di far intervenire anche l'esecutivo sui progetti industriali Fiat, Marchionne ha risposto: "Il governo non c'entra nulla e Monti, quel povero uomo che ha un mondo di cose da fare, cosa c'entra con la Fiat? Monti deve portare avanti una serie di manovre per cercare di ottenere la tranquillità a livello europeo dei finanziamenti del paese e se non ce la fa, fallisce il progetto. Per questo deve essere assistito e appoggiato dalla politica fino a quando ha risolto il problema. Non abbiamo altra scelta. Bisogna lasciarlo lavorare. Ho una grande fiducia nelle sue capacità di gestione". E la risposta del leader della Cgil non si è fatta attendere: "Marchionne è come una bomba a orologeria, ogni volta che si fa un passo avanti, riporta tutto indietro", ha dichiarato Susanna Camusso.

Intanto adesso è ufficiale: dal primo gennaio 2012, Dr Motor sostituirà la Fiat nello stabilimento di Termini Imerese, in provincia di Palermo.

I sindacati e l'azienda dell'imprenditore molisano, Massimo Di Risio, hanno firmato l'accordo al ministero dello Sviluppo economico. Sindacati e Dr Motor hanno sottoscritto l’accordo definitivo per la riconversione industriale dello stabilimento Fiat di Termini Imerese.

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