«Fiat? Nissan non la teme ma la studia»

da Milano

«Il partner ideale per noi? Certamente Renault. Comunque l’alleanza in atto è pronta a cogliere eventuali opportunità ed è abbastanza aperta, nel senso che può funzionare con più di due soggetti, come già avviene in Cina». A tracciare le linee strategiche della Nissan è il direttore finanziario europeo Dominique Thormann, che il Giornale ha incontrato al recente Salone dell’auto di Ginevra. Thormann è uno dei manager che ha affiancato Carlos Ghosn, divenuto nel frattempo presidente anche di Renault, nel risanamento del gruppo giapponese. L’alleanza Renault-Nissan impiega con decisione piattaforme comuni. Tokio e Parigi lavorano insieme anche sui motori.
Dottor Thormann, è quasi un anno che Ghosn ha assunto la presidenza della Renault. Vi sentite orfani?
«Ghosn è rimasto presidente anche di Nissan, quindi non ci ha lasciati soli. Il nostro compito, ora, è di portare a termine il piano “Value up” che prevede 28 nuovi lanci”».
Toshiyuki Shiga è il nuovo amministratore delegato della Nissan, il top manager a cui Ghosn ha consegnato un’azienda tornata in salute a tempo di record...
«Oggi l’azienda sta attraversando una fase di maturità e di crescita internazionale. Siamo protagonisti in Europa, Est compreso, aumenta il nostro peso in Cina e nel Sudest asiatico. Nissan, rispetto a 5-6 anni fa, si presenta più aperta verso l’estero e con un management internazionale. È questa l’eredità lasciata dalla gestione Ghosn».
I manager francesi in casa Nissan sono sempre numerosi. Non si rischia di creare una seconda Renault?
«Alla base dell’alleanza c’è il principio di gestire le due marche separatamente. Da parte di Nissan sono stati inviati ingegneri e altri professionisti alla Renault. Al contrario, alcuni dirigenti francesi sono rientrati a Parigi dopo una proficua esperienza alla Nissan. Del resto, nel piano di sviluppo della Renault non mancano particolari che riportano al progetto di rilancio della casa giapponese. La situazione è ora più bilanciata»
È più difficile risanare un’azienda oppure, una volta rimessi a posto i conti, evitare che si torni indietro?
«Il personale deve mantenere la concentrazione e, soprattutto, non sottovalutare i concorrenti.

Il pericolo viene sempre da chi sembra più debole e non dai più forti».
L’Europa, intanto, ha ritrovato un protagonista: Fiat Auto...
«Non li temiamo, ma vogliamo capire come hanno fatto a ritrovare risultati e primi posti nelle vendite».

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